Da ex discarica a giardino urbano dedicato a Francesca Morvillo «Non fu solo moglie di Falcone, lavorò coi minori del Malaspina»

Dove non arrivano le istituzioni è il volontariato che fa la parte del leone. Un assunto che è diventato quasi un luogo comune ma che a Palermo continua a essere un mantra, soprattutto nel recupero degli spazi pubblici. È il caso del progetto Il verde della legalità, portato avanti dalla giovane avvocatessa Laura Raimondi, che dal 10 luglio vede una decina di volontari impegnarsi ogni giorno per riqualificare l’ex discarica tra via Anselmi e via Pollaci, in zona Calatafimi. Uno spazio comunale in disuso da tempo, che anni di abbandono e incuria avevano fino a poco tempo fa trasformato in una discarica a cielo aperto. E che dal 28 luglio sarà invece un giardino dedicato a Francesca Morvillo, il magistrato morto accanto al giudice e marito Giovanni Falcone nell’attentato di Capaci del 23 maggio 1992.

Non solo un piccolo parco di nuovo usufruibile, ma anche uno spazio giostre per i più piccoli e un angolo per gli anziani dove giocare a carte. Un luogo di rinascita, insomma, anche per i detenuti del carcere Malaspina che hanno concretamente collaborato nel recupero degli spazi, insieme agli scout della parrocchia di Pietragliata. «L’idea nasce da un pomeriggio a casa con mia sorella, che si occupa di progettazione europea» racconta Laura Raimondi, che del progetto è la principale responsabile. «Abbiamo trovato un bando sul sito dell’Assessorato alla Famiglia e alle Politiche Sociali: si trattava di uno stanziamento dell’Unione Europea per progetti a scopo sociale. Abbiamo presentato la nostra proposta, che prevedeva una riqualificazione del territorio e una risocializzazione dei ragazzi del Malaspina. A inizio 2017 il progetto ha vinto la selezione, ottenendo un contributo di 20 mila euro. Da lì è cominciata una lunga attività burocratica: intanto ho costituto un’associazione. che si chiama Il verde della legalità onlus, e poi ho coinvolto la mia collega di studio Veronica Messana e l’avvocato Carlo Bucalo. Sono andata al Comune e ho proposto di individuare insieme un’area verde abbandonata. Così abbiamo scelto la zona di corso Calatafimi».

Il Comune ha mandato perciò una squadra Reset per ripulire gli spazi, diventati ormai una vera e propria giungla urbana. Mentre la stessa Laura tramite i social ha lanciato un appello per chiedere un supporto. Tra coloro che hanno scelto di attivarsi in prima persona c’è anche Paolo Purpura. «Io al momento purtroppo non lavoro e ho pensato così di rendermi utile – dice – Non mi aspettavo di trovare il terreno in tali condizioni: abbandonato da tutti, perché a Palermo ciò che è non è mio diventa immondizia. Il fatto è che la sterpaglia era talmente abbondante che copriva le miriadi di rifiuti presenti: residui di lavori edilizi, elettrodomestici abbandonati, davvero di tutto. Il lavoro si è dimostrato un po’ più impegnativo del previsto». E dopo i bulldozer della Reset sono arrivate le pale, le zappe, i picconi e i rastrelli dei volontari. Che da una decina di giorni stanno lavorando in maniera intensiva per consegnare alla popolazione un vero e proprio giardino urbano. Sono gli stessi volontari, in ogni caso, ad ampliare l’appello di Laura a unirsi a loro per ottenere risultati ancora migliori. «Chi vuole aggiungersi è ben accetto, anzi serve sempre – sorride Paolo – Alla fine il caldo di questi giorni si può combattere, bastano dei cappellini e un po’ di acqua fredda, nonché lavorare nelle ore meno torride della giornata».

Un impegno che si dimostra a 360 gradi. «Abbiamo comprato gli scivoli, un’altalena, il materiale per l’arredo urbano e per creare i muretti e le aiuole, abbiamo comprato anche la terra – segnala ancora Laura -. Abbiamo coinvolto i ragazzi dei servizi sociali, e abbiamo istituito delle borse lavoro. I volontari vengono con entusiasmo, e ritornano. A parte il progettista, che è un agronomo, e le ditte che montano le giostre e l’arredo urbano, per il resto i lavori manuali sono fatti da noi. E devo dire che anche i fornitori ci sono venuti incontro». 

Insomma: l’inaugurazione del 28 luglio non è poi così distante. Hanno già promesso la propria presenza il sindaco Leoluca Orlando, il vicesindaco Sergio Marino, il dirigente comunale Domenico Musacchia, il presidente Gesap Fabio Giambrone, figure apicali del tribunale, assistenti sociali, l’ex direttore del Malaspina Michelangelo Capitano.  E all’appuntamento, grazie alla collaborazione con Cotti in Fragranza, sarà possibile gustare una grande torta realizzata sempre dai detenuti dal Malaspina. Tutti insieme per quello che diventerà non a caso il giardino Morvillo.

 «Abbiamo fatto la richiesta ufficiale alla toponomastica, ma passeranno mesi prima dell’intitolazione definitiva – dice ancora l’avvocatessa – Intanto abbiamo creato un cartellone provvisorio con la denominazione “giardino Francesca Morvillo”. Lo dedichiamo a lei perché lavorava proprio al Malaspina coi minori, come procuratrice. L’idea è di ricordare la sua figura, la sua attività, il suo impegno nel sociale e non annoverarla soltanto come moglie di Falcone. Vogliamo ricordarla come un magistrato che ha dedicato la sua vita ai ragazzi che venivano da quartieri difficili, e che ha fatto molto per loro».


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