«Non abbiamo uno stile unico, cerchiamo solo di raccontare belle storie». Così Ture Nicotra, uno dei fondatori di Cuori d'Inchiostro, avventura imprenditoriale di un collettivo di fumettisti catanesi. Indipendente, con un magazine in cantiere. Sulle orme di Andrea Pazienza «Come nella nostra prima mostra»
Cuori d’Inchiostro, fumettisti catanesi «All’inseguimento di Paz e delle belle storie»
«Noi inseguivamo Paz. In ogni tavola, c’era un disegnatore diverso con il suo modo di vedere le cose: alla fine lui sfondava il foglio e diventava reale». Non è un sogno ma il racconto di Ture Nicotra, 23 anni, disegnatore di fumetti. Lui è uno dei fondatori di Cuori d’Inchiostro, gruppo catanese di illustratori, sceneggiatori, grafici e web designer, che insegue il sogno dell’editoria indipendente nel campo fumettistico. Un sogno che ha già avuto i suoi primi riscontri, come ci racconta Ture: «le tavole dedicate a Paz le abbiamo esposte al palazzo Platamone di Catania lo scorso anno, e da novembre ci siamo costituiti in associazione culturale». Sono una quindicina, per la maggior parte studenti dell’accademia di Belle arti di Catania, dove il gruppo è nato a maggio del 2009.
Per molti appassionati di fumetti italiani il modello è Andrea Pazienza, ma il gruppo, assicura Ture, non ha uno stile predefinito. «L’unica cosa richiesta è raccontare buone storie. Poi, ognuno ha i suoi riferimenti per il disegno: chi preferisce le Clamp, chi come me lo stile italiano, altri lo stile americano». Ognuno con il suo stile personale, tanto che alcuni dei fondatori dei Cuori d’Inchiostro, come Federica Bentivegna, Salvo Callerami e Marco Cunsolo, hanno anche avuto riconoscimenti per il proprio lavoro a livello nazionale «Federica e Salvo sono arrivati terzi al premio Piero Miccia di Torino Comics» dice con un certo orgoglio Ture.
L’obiettivo è però quello di entrare nel mondo dell’editoria, di arrivare nelle edicole con una rivista, strada che i Cuori d’Inchiostro hanno tentato con un primo incoraggiante tentativo Cuori d’Inchiostro Magazine. «Per l’Etna Comics abbiamo venduto 50 copie del numero zero, a 7 euro l’una racconta Ture -, ma mi mangio le mani perché potevamo stamparne 150 copie senza problemi, ha avuto un’ottima accoglienza. Forse anche perché abbiamo curato molto l’aspetto dell’impaginazione, con una carta molto simile a quella di Tex. A me piace molto il fumetto italiano, l’ho già detto?».
Non solo soddisfazioni. Le difficoltà per entrare nel mondo dell’editoria sono tante, e ci vogliono tanti soldi per iniziare. E anche trovare un lavoro saltuario non è semplice. «Questo è un punto dolente: abbiamo poche esperienze lavorative occasionali. Io ad esempio sono stato di recente alla Vecchia Dogana a fare ritratti per bambini, ma si va avanti con lavori saltuari come camerieri ad esempio».
Tra maggio e giugno, per il secondo anno di fila, terranno un corso di Editoria del fumetto. Spiega come fare una rivista dalla a alla z: impostare un soggetto, una sceneggiatura, colorare digitalmente.
«A Catania c’è già un corso più famoso che si chiama Fumetti al Cubo, della fondazione Marco Montalbano, e molti di noi avrebbero voluto seguirlo. Ma costava un bel po’, e ci siamo attrezzati diversamente. Speriamo che molti ragazzi si avvicinino come volevamo fare noi: oggi abbiamo le nostre esperienze di tre anni e le competenze di laureati dell’Accademia», si inorgoglisce Ture. Al quale però resta da fare una domanda: perché il nome Cuori d’Inchiostro? «Lo abbiamo scelto mettendo una serie di nomi ai voti».
[Disegno di Tiziana Rinaldi]