Crocetta e le sue poltrone: la verità è che il PD si è stancato e lo vuole mandare a casa

ORMAI LUMIA, IL GOVERNATORE E L’ASSESSORE SCILABRA SI PARLANO ADDOSSO. IL PARTITO DEMOCRATICO – A PALERMO COME A ROMA – NON LI SEGUE PIU’. INSOMMA, PER ROSARIO GELA E’ SEMPRE PIU’ VICINA…

Dicono che, dopo una riunione andata in scena ieri sera, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, sarebbe pronto ad azzerare la Giunta. Con l’obiettivo di evitare all’assessore Nelli Scilabra l’onta della mozione di censura che Sala d’Ercole approverebbe a larga maggioranza. Dicono che, stasera, a margine della direzione nazionale del PD, a Roma, si dovrebbe discutere tale ipotesi.

Noi non abbiamo grandi informazioni su questi passaggi politici ‘segreti’. Sappiamo, è vero, che il governatore dell’Isola è a Roma. Ma questo significa poco. L’ultima volta che è stato nella Capitale ci dicono che sarebbe stato ricevuto da un dirigente del PD romano in corridoio… A dritta a dritta come gli stigghiulara di Palermo, come si dice dalle nostre parti…

Detto questo, noi, invece, abbiamo una sensazione. La nostra sensazione è che i vertici del Partito Democratico, a Roma come a Palermo, si siano stancati di Crocetta e dei suoi ‘pupari’. E che l’intenzione del Partito – a Palermo come a Roma – sia quella di ‘impiombare’ tra qualche giorno l’assessore Scilabra, approvando la censura a Sala d’Ercole. E poi di ‘sbarellare’ lo stesso Crocetta per andare al voto.

Cos’è che ci lascia pensare un simile scenario? Semplice: il fatto che a parlare, negli ultimi giorni, siano stati il senatore Giuseppe Lumia, Crocetta e la Scilabra, ovvero tre personaggi che nel PD – da Roma a Palermo – nessuno si fila più. Loro parlano e loro si ascoltano.

Negli ultimi giorni Lumia, Crocetta e Scilabra si sono cimentati in interviste, dichiarazioni, precisazioni, sottolineature, argomentazioni. Se andate a leggere quello che hanno detto, vi accorgerete che hanno parlato di tutto: Lumia di mafia, antimafia e malaffare; la Scilabra di un miliardo di euro che ha visto solo lei e di ‘immancabili destini’ (stasera Live Sicilia scrive che avrebbe sbloccato tutti i corsi di formazione, compresi quelli dell’Obbligo formativo); Crocetta lunedì scorso ho firmato l’ennesimo accordo con gli enti e le società e oggi è tornato, di fatto, a parlarne male.

La nostra sensazione – lo ribadiamo – è che questi due signori e la signora ormai si parlino addosso. I dirigenti del PD – a Roma come a Palermo – non li prendono più in considerazione. Si sono stancati.

Certo, in politica tutto può succedere. Anche che Crocetta non venga mandato a casa. Ma questo potrebbe avvenire solo se il governatore e i suoi ‘pupari’ accetteranno le condizioni del PD.

Da qui una domanda: quali condizioni potrebbero consentire a Crocetta di restare governatore della Sicilia?

In primo luogo, un cambio di linea politica. Che significherebbe ridiscutere, da cima a fondo, l’impostazione finanziaria della Regione, che Crocetta, avallando tutte le imposizioni romane, ha portato al quasi-dissesto, se è vero che c’è un ‘buco’ di 3 miliardi di euro.

Crocetta, i suoi ‘pupari’ e i renziani siciliani non possono più gestire le finanze regionali (leggere l’assessorato all’Economia). Perché hanno dimostrato di essere inadeguati e in conflitto di interessi (questo riguarda i renziani siciliani, che invece di difendere la Sicilia difendono Renzi e i suoi ‘magheggi’).

Togliendo la gestione dell’economia e della finanza dalle mani di Crocetta, dei suoi ‘pupari’ e dei renziani, la Regione potrebbe avviare un risanamento dei propri conti e non – come ha fatto il Governo Crocetta fino ad oggi – un risanamento dei conti di Roma con le risorse derubate alla Sicilia.  

Ovviamente, il nuovo Governo regionale dovrebbe subire qualche altro piccolo ‘aggiustamento’. A cominciare da un drastico ridimensionamento dei ‘pupari’. Facciamo un paio di esempi per essere chiari.

Fino ad oggi Crocetta & compagni hanno controllato gli assessorati della Formazione professionale e del Lavoro. Il fatto che i renziani di Davide Faraone abbiamo messo al Lavoro Giuseppe Bruno non significa nulla, perché Crocetta, Lumia e i renziani siciliani, ormai, sono ‘tutta una cosa’.

Insomma, la ‘banda’ – in un ipotetico azzeramento della Giunta e dopo un’ipotetica ricomposizione dello stesso Governo – dovrebbe rinunciare o alla Formazione o al Lavoro.

Stesso discorso per assessorato regionale Attività produttive e Irsap. Fino ad oggi il ‘Partito di Confindustria Sicilia’ ha controllato entrambi, cioè il controllore dell’Irsap (l’assessorato alle Attività produttive) e il controllato (lo stesso Irsap). Ovviamente, nel quadro di un ipotetico, nuovo Governo, Confindustria Sicilia dovrebbe scegliere: o controllore o controllato. Tutt’e due non più.

Che vogliamo dire con questo? Che in un ipotetico, nuovo Governo regionale dovrebbe tornare la politica. Con assessori che non potranno più essere ‘controllati’ da Crocetta & compagni. Assessori che potrebbero essere anche deputati. E magari anche bravi.

Direte: Lumia, Crocetta e i ‘pupari’ non accetteranno mai queste condizioni. Ne siamo convinti. E infatti abbiamo premesso la nostra sensazione: e cioè che Crocetta, questa volta, rischia veramente di andare a Gela con il più classico dell’agneddru e sucu e finiu ‘u vattiu…

Anche perché il ‘gioco’, ormai, non lo dirige più la sua ‘banda’.

 


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