" sono pronto a cedere su alcune cose ma non sulla dignita' della sicilia, della mia presidenza e dello statuto"
Crocetta all’Ars:”Serve un clima nuovo” “Ingiusto scagliarsi contro Scilabra”
” SONO PRONTO A CEDERE SU ALCUNE COSE MA NON SULLA DIGNITA’ DELLA SICILIA, DELLA MIA PRESIDENZA E DELLO STATUTO”
Il discorso a Sala d’Ercole comincia alle 12.25, con un’ora e mezza di ritardo rispetto all’orario previsto. Rosario Crocetta appare un po’ provato. Dice subito che con fatica riuscirà a stare in piedi (“e non parlo politicamente”), ha un problema al ginocchio. Il Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, lo esorta a sedersi, ma lui declina l’invito: “Finché ce la faccio sto in piedi, anche la forma ha la sua importanza”.
Il Presidente della Regione siciliana comincia a parlare. Di pregiudizi di abbattere, di tempi maturi per un confronto ampio: “Le cose cambiano e se non si percepisce questo, si inchiodano le prospettive di cambiamento”.
Quindi la crisi della Sicilia “che non può essere guardata come fatto a se stante. Né si possano addossare le colpe ai governi precedenti, non sarebbe giusto. -sottolinea il Presidente della Regione- Bisogna guardare a quello che sta succedendo in Europa, alla crisi che ha investito tutti i Paesi, alla delocalizzazioni vero i Paesi dell’est, alla concorrenza dai nuovi mercati. Ci sono ragioni strutturali che vanno affrontate a livello europeo affinché le regioni meridionali abbiano una chance”. Insomma, un excursus della crisi economica europea, dalla politica deflattiva ai vantaggi della Germania.
Il senso è chiaro: la crisi della Sicilia si inserisce in un contesto di politiche che penalizzano le economie più deboli. Un discorso che sembrerebbe rivolto al Parlamento di Bruxelles più che a quello siciliano. Ma tant’è.
continua….
Quando sono ormai le 13, Crocetta comincia a parlare di politica siciliana. Condannando senza se e senza ma “certi toni anche della maggioranza che non sono propri di una normale dialettica politica. Basta- sottolinea il Presidente della Regione -con le frasi diffamanti, basta infangare”. “Io non permettero’ che mi si blocchi con la logica del tanto peggio tanto meglio, nessuno pensi che creando contrapposizioni si possa bloccare l’azione del mio governo”, ha aggiunto Crocetta, che sottolinea: “Solo insieme si puo’ uscire dalla situazione grave che si e’ venuta a creare in Sicilia”.
E ancora: “L’ex presidente Raffaele Lombardo non ha governato un solo giorno in pace, e difatti, intorno al tema del governo Lombardo non c’e’ stata pace in tutte le forze politiche siciliane. Come oggi. Oggi non esistono gruppi politici fermi e compatti. In ogni partito, della destra o della sinistra ci sono contrapposizioni che non giovano al confronto politico. Mi piacerebbe che queste divisioni restassero fuori dall’Aula e che non pesassero tra i partiti e il governo. Una denuncia di voto di scambio (presentata da Bruno Marzian, ndr.) per aver nominato un assessore non e’ forse un atto eccessivo, soprattutto quando non e’ provato e quando questo presidente non e’ provato a queste logiche? Non ho fatto la controquerela perche’ ritengo che i rapporti di simpatia e fiducia politica non possano arrivare a questo punto”. Il riferimento, ovviamente, è alla nomina del successore di Mariarita Sgarlata.
Una ‘botta’ il Presidente la riserva anche a tutti i suoi ‘aspiranti’ successori:
“Da quando mi sono insediato – dice Crocetta – è iniziata una corsa alla mia successione, anche nel mio partito e nella mia coalizione. Poi vedo sindaci che non riescono a gudiare le loro città e scaricano tutto sul mio governo. O magari chiedono il commissariamento della Regione come scorciatoia alla candidatura”. Chiaro riferimento a Leoluca Orlando, sindaco di Palermo.
Crocetta non ha risparmiato neanche i media nazionali: “Abbiamo fatto molto, anche insieme al Parlamento, abbiamo ridotto lo stipendio dei dirigenti e tagliato una serie di spese inutili, poi vado in televisione e mi attaccano per la spese delle pensioni del Parlamento o per gli stipendi elevati”.
Sul fronte degli appalti, “nelle Asp abbiamo fermato gare milionarie. Sulle nomine dai manager, sono stato accusato di non aver confermato Cantaro e Pellicanò solo perché ho rispettato la norma Renzi che vieta incarichi a chi ha una pensione. Lo stesso fa l’assessore Lucia Borsellino, ingiustamente attaccata per questa vicenda. La verità è che molti di voi chiedono raccomandazioni ai manager della sanità”.
Alle 1315 l’atmosfera a Sala d’Ercole si surriscalda. Il Presidente, ancora una volta, torna a parlare delle sue denunce. Alcuni deputati, Giancarlo Cancelleri del M5S in primis, lo contestano. Lui risponde piccato: “La verità è che vi sentite scavalcati perché voi non avete mai denunciato niente”. Mugugni e brusii in Aula. Crocetta rincara la dose: “Avete perso le elezioni, rassegnatevi”. Poi torna la calma. E Crocetta ribadisce: “Voi pensate che senza l’azione di questo Governo il sistema Giacchetto sarebbe stato fermato?” ha detto riferendosi all’inchiesta Grandi Eventi e agli scandali nella Formazione professionale.
Anche per questo settore il Presidente rivendica il suo operato: “Si spendevano 450 milioni di euro l’anno. Oggi solo 150. Chi può dire che era meglio prima?” Quindi il flop del click day del Piano Giovani “Diamo il tempo alla magistratura di fare il proprio lavoro, noi abbiamo fatto quello che hanno fatto in altre regioni. Non si deve crocifiggere nessuno, né dirigenti né altri”.
E poi l’annuncio: “Siamo pronti a pubblicare il nuovo bando, attendiamo il parere dell’Avvocatura”. Quindi la difesa dell’assessore alla Formazione Nelli Scilabra (contro la quale il 7 Ottobre sarà votata una mozione di sfiducia): “Non è giusto scagliarsi contro un giovane assessore che ha scardinato i poteri forti”.
Nessuna ‘pietà’ invece per l’ex assessore Sagarlata: “Io, da assessore all’Ambiente non mi sarei mai fatto una pisciona entro i 150 metri dalla costa, anche se prefabbricata”.
La conclusione arriva alle 1405:
“Serve un clima nuovo, più disteso. Sono pronto a cedere ma non sulla dignità della Sicilia, della presidenza e dello Statuto”.
Insomma per dirla con Marco Falcone, capogruppo dell’Ars che ha preso la parola dopo Crocetta “si è parlato di tutto, di più e del niente”.