Il presidente a parole azzera gli assessori, ma non ritira ancora le deleghe. Tra le possibilità anche una soluzione ibrida. Incontri frenetici nel Pd, dove non vogliono trovarsi nella posizione di dovere rincorrere il Movimento cinque stelle, in caso di elezioni anticipate
Crocetta al quarto rimpasto, non una crisi-lampo Resta l’opzione di una giunta tecnico-politica
Linee telefoniche roventi per provare a definire il percorso che deve portare alla risoluzione del quarto rimpasto di Rosario Crocetta. L’incontro che il governatore siciliano aveva in programma ieri con D’Alia e Raciti, è slittato ad oggi, mentre il dibattito in casa renziana tra Davide Faraone e le altre voci sulla permanenza organica alla giunta di governo è ancora aperto e non si è concluso su posizioni unitarie.
Non proprio una crisi-lampo dunque, ma neanche un tormentone da trascinare fino alla prossima settimana. Rosario Crocetta azzera a parole la giunta, evitando di notificare i provvedimenti agli assessori per non compromettere l’azione amministrativa in corso, come si affretta a precisare in un’agenzia di mezza sera. In realtà Crocetta, tra le opzioni, spera ancora di potere mantenere quella del ritocco, a metà strada tra tecnici e politici per intenderci, ipotesi che, pur ibrida, manterrebbe ancora aperto uno spazio di agibilità personale per eventuali profili slegati dai partiti.
Gli incontri con i partiti procedono a rilento. Fausto Raciti, segretario regionale del Pd, prima di contrarre un impegno di legislatura vuole essere certo che la componente renziana sia compatta a sostegno del governo. Sulle sue posizioni si attesta anche il vice presidente dell’Ars Giuseppe Lupo. Slegare dalle formule il ragionamento diventa però difficile nella misura in cui da una rimodulazione dell’esecutivo si devono trarre indicazioni e nomi differenti dagli attuali. I Dem non vogliono trovarsi nella posizione di dovere rincorrere il Movimento cinque stelle, in caso di elezioni anticipate, ma, al tempo stesso, non possono escludere con certezze al momento, il ritorno alle urne.
Che poi Crocetta riesca a trovare o meno l’intesa, come annunciato, entro sabato, dipenderà anche dalla capacità di controllo dei gruppi parlamentari e dalla proiezione di durata della legislatura. In altre parole proseguire con un nuovo governo e con i vecchi problemi spalancherebbe definitivamente verso il baratro la prospettiva di continuare. Ecco perché Raciti tende la mano ai renziani, ma chiedendo con chiarezza e perentorietà quali margini reali ci siano per proseguire. Il partito di Gianpiero D’Alia invece punta ad un rilancio nella Sicilia occidentale, in particolare su Palermo, anche in proiezione ravvicinata sulle elezioni comunali. In tal senso l’Udc prova a designare oltre a Giovanni Pistorio, tra i nomi confermati, anche una figura dal profilo tecnico, ma di area, un nome che potrebbe rappresentare un ritorno in giunta e che attualmente ricopre il ruolo di direttore generale.