Domani su panorama una intervista al presidente della regione siciliana di cui possiamo anticiparvi qualche stralcio
Crocetta a Panorama:”Sulle Province c’è grande ostilità dei partiti”. E sui grillini: “Mi attaccano con imbarazzo”
DOMANI SU PANORAMA UNA INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA DI CUI POSSIAMO ANTICIPARVI QUALCHE STRALCIO
Farà certamente discutere l’intervista rilasciata dal Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, al settimanale Panorama, in edicola domani e di cui LinkSicilia è in grado di anticiparvi una parte dei contenuti. Lo scenario è sempre lo stesso. Crocetta si presenta come un ‘rivoluzionario incompreso’.
L’intervista si apre con un commento sull’ipotetico ‘modello Sicilia’. Quello cioè che doveva vedere il Movimento 5 Stelle governare al fianco del Presidente Crocetta:
“Il problema è che i grillini non si assumono responsabilità di Governo– dice Crocetta- perché devono apparire sempre come oppositori”. Poi l’affondo: “Le assicuro che sono in grande imbarazzo ad attaccarmi”.
Sarà vero? Siamo certi che il Movimento 5 Stelle non mancherà di replicare.
Andrea Mercenaro, che firma l’intervista, non si lascia sfuggire l’occasione per chiedergli del famoso annuncio sulla riduzione del suo stipendio:
“Guadagno meno di un deputato regionale. Ho rinunciato pure a 36mila euro l’anno di portaborse”. afferma il Presidente. Il giornalista gli fa notare che, sommando la retribuzione alla diarie e alle spese di rappresentanza, sulla sua busta paga, arrivano 14mila 830 euro al mese.
Crocetta sembra innervosirsi: “Non ho nessuna indennità di trasporti, i miei viaggi li paga la regione…. Do anche 15mila euro al mio partito… I miei emolumenti li ho ridotti, e mi interessa solo la mia etica personale”.
Da promessa in promessa, nell’intervista che potrete leggere domani su Panorama, si toccano temi quali la Fiat di Termini Imerese, e il Muos di Niscemi.
Su entrambi i fronti, il Presidente non fa proprio una bella figura. Su Termini farfuglia: “Ho detto che avrei trovato i finanziatori per non fare chiudere lo stabilimento di Termini, ci sto lavorando, ma non dipende solo da me”.
Anche sul Muos la risposta è debole: “Non sono un ideologo. Una perizia fatta da persone competenti ha detto che non è nocivo per la salute, quindi ho dato il via”. Ovviamente si è scordato di dire che quella dell’Istituto sanitario della Sanità è una perizia molto controversa e smentita dalle tesi dell’Università La Sapienza di Roma, del Politecnico di Torino e dagli stessi esperti che aveva nominato la Regione siciliana.
Ma tant’è. La memoria di Crocetta è molto selettiva.
Il dialogo, poi, scivolo, su argomenti ancora più ‘paludosi’: mafia e antimafia. Parlando della debolezza della coalizione che lo sostiene (“Lo so- dice Crocetta- le elezioni le ho vinte io, non la coalizione), il giornalista, osserva che, se non sono i partiti a sostenere il suo governo, qualcuno ci sarà: dicono che la magistratura palermitana la porta in palmo di mano…
“Mai usato la magistratura in chiave antipolitica, io. – afferma Crocetta -Sono diverso da tanti”.
Da chi non lo dice. Certo è che quando gli viene chiesto se è vero che l’avere affidato una società regionale (Sicilia-ESservizi) ad Antonio Ingroia, è come avere pagato una cambiale in scadenza, il Presidente della Regione, si difende con forza: “Ingroia è solo l’uomo giusto al posto giusto”.
Non manca poi una stoccata al Pd, che arriva quando Crocetta elenca la sua azione ‘di ripulitura’. Ovviamente il riferimento è alla Formazione professionale e alle inchieste che hanno coinvolto alcuni big di questo partito: “Ho detto alcuni padroni del Pd non il Pd” precisa il Presidente.
E ancora, una stoccata al Commissario dello Stato, reo, a suo dire, di non avere cassato le manovre finanziarie dei governi passati, ma solo la sua: “Non me lo spiego- risponde Crocetta- o meglio, non me lo voglio spiegare”.
E dire che non è difficile spiegarselo. Prevedere voci di spesa senza copertura finanziaria e stravolgere le regole della contabilità pubblica, con entrate ballerine e con risorse ancora oggetto di una trattativa con lo Stato, semplicemente non si può fare.
Un passaggio dell’intervista è dedicato alla controversa riforma delle Province, in discussione in questi giorni all’Ars: “Non so se riusciremo a farla approvare, l’ostilità dei partiti è grande”. Crocetta ricorda anche che, comunque, senza una riforma nazionale, quella regionale è praticamente inutile.
A questo punto il giornalista gli fa notare che si sta parlando solo di fumo:
“Secondo lei, bisogna fare solo le battaglie che si vincono?” risponde il Presidente.
Certo che no, diciamo noi, ma magari concentrarsi su battaglie sensate non sarebbe una cattiva idea.
L’impressione è che, alla prima intervista fatta con quello spirito critico che non sempre i giornalisti che si avvicinano a Crocetta mostrano di avere (eppure insieme al diritto di cronaca alla categoria viene riconosciuto il diritto di critica), il Presidente della Regione siciliana, vada in tilt.
Facendo la figura, per essere teneri, di un grande chiacchierone dalle facili promesse. Che si tira indietro dinnanzi alle grande battaglie che interessano i siciliani (dal Muos, alla Fiat fino all’applicazione delle norme tributarie previste dallo Statuto, tutti i suoi cavalli di battaglia in campagna elettorale) e si intesta quelle che non hanno né capo, né coda.