Crisi Tecnis, l’allarme di viale Lazio e via Sicilia I residenti: «Noi abbandonati come il cantiere»

«Un’agonia che si è trasformata in lenta rassegnazione dopo dieci mesi di sofferenze». Quello che si estende tra viale Lazio e via Sicilia è il cantiere ancora aperto più antico dell’anello ferroviario. Inaugurato da Tecnis nel maggio del 2015 (tempi di realizzazione dei lavori entro un anno dall’avvio) adesso si trova in uno stato di semi-abbandono, tanto che erbacce e sterpaglie si sono impossessate di una parte degli scavi tra il disappunto dei residenti e dei commercianti della zona. «L’area è meno commerciale di via Emerico Amari – dice Marco Frasca Polara, presidente dell’ottava circoscrizione – ma di certo non è meno importante. Sta diventando un quartiere fantasma: i disagi sono enormi, dall’immondizia spesso non ritirata all’illuminazione insufficiente. Il cantiere intanto è invaso dalle sterpaglie, le strade sono chiuse e chissà per quanto tempo lo rimarranno. Tutti stanno accusando terribilmente il colpo dal corniciaio al macellaio, perfino il bar Sicilia».

«Da dieci mesi sopportiamo il cantiere – racconta Gabriele Citarrella, presidente del comitato che unisce i residenti di viale Lazio e via Sicilia – ma se prima lo facevamo con una visione positiva, perché sapevamo che ci avrebbe portato sviluppo e benessere, adesso non è più così. Gli operai sono mancati per undici giorni. Oggi sono tornati e hanno chiuso un altro passaggio pedonale, all’altezza del civico 3 di via Sicilia, creando ulteriori difficoltà a una ragazza disabile che abita poco distante e che ha grossi problemi per andare a lavorare». La  giovane «è anche stata costretta a richiedere lo spostamento del parcheggio riservato a centinaia di metri di distanza dalla propria abitazione».

E mentre i commercianti di via Emerico Amari si uniscono e si dicono pronti alla battaglia, quelli del primo cantiere hanno deciso di agire sotto traccia affidando a un legale, Giuseppe Greco, la tutela dei propri interessi. «Avevamo ottenuto – continua Citarrella – un incontro mesi fa con l’assessora Marano in cui avevamo presentato le nostre richieste: un’area di carico e scarico, la riduzione delle tasse, lo spostamento del mercatino di viale Campania, molto pericoloso essendo a ridosso del cantiere. Tutte proposte accolte, ma che sono cadute nel dimenticatoio». E proprio il mercatino, che nel tempo si è allargato a macchia d’olio, è fonte, a detta dei residenti, di problemi non solo per le aree interessate dal cantiere Tecnis, ma per il traffico e la sicurezza dell’intero rione. «La questione è critica – prosegue il rappresentante dei residenti – con la chiusura di viale Lazio autobus e automobili intasano via dell’Artigliere 24 ore su 24 e il mercoledì, quando c’è il mercato, i residenti di via Toscana, via Calabria e via Puglia sono letteralmente imprigionati, per non parlare del rischio in caso di emergenza. Un ambulanza o un mezzo di soccorso avrebbero serie difficoltà a passare per raggiungere le abitazioni». 

I naturali disagi che provocano dei lavori così importanti, inizialmente accolti di buon grado, sembrano essere aumentati con il passare del tempo. «Non è una bella cosa – dice ancora Citarrella – che i residenti continuino a ricevere l’avviso di pagamento per il passo carrabile quando da maggio non possono usufruirne, né è bello vedere i vigilantes che portano i soldi alle banche con le pistole spianate perché i blindati non possono raggiungerle. Abbiamo cercato in tutti i modi di collaborare con il Comune, ma se le istituzioni non ci aiutano, come facciamo ad avere fiducia?». Un capitolo importante per il destino dei residenti delle zone interessate dai cantieri Tecnis verrà scritto mercoledì, quando è previsto un incontro con il sindaco, Leoluca Orlando, a Villa Niscemi, ma da parte del fronte di via Sicilia e viale Lazio regna lo scetticismo. «Siamo molto pessimisti per l’incontro con il sindaco. Per noi lui ha solo due soluzioni, o ci assicura che i lavori continueranno in maniera regolare, anche se avrebbero dovuto concludersi a maggio e ancora non è stato effettuato lo scavo sotterraneo, oppure che venga ripristinata la strada. Non accetteremo una terza via».


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