«Leggo con stupore e anche con il sorriso le notizie di stampa, mai smentite, che parlano di un accordo che sarebbe stato raggiunto tra il sindaco ed una forza politica della maggioranza sulle cosiddette compensazioni» a parlare così è Domenico Bonanno, capogruppo della Democrazia cristiana di Totò Cuffaro a sala delle Lapidi. E lo dice dopo l’incontro di maggioranza che sembrava avere messo fine alle diatribe interne tra i sostenitori del sindaco Roberto Lagalla, quello in cui si era trovata una fragile quadra, ma stabile quanto bastava per mettere d’accordo – soprattutto – Forza Italia e Fratelli d’Italia sulla soluzione della questione legata ad Andrea Mineo, assessore al Verde, passato dagli azzurri ai meloniani.
L’accordo prevedeva la sostituzione di Mineo con l’azzurro Piero Alongi e tutta una serie di nomine di sottogoverno e deleghe da riassegnare tra gli assessori come sorta di conguaglio per Fratelli d’Italia. Ma non avevano fatto i conti con la Dc. Il partito di Cuffaro, in verità, spicca per basso profilo all’interno di tutte le diatribe del centrodestra, a ogni livello, da quello regionale a quello comunale. Adesso però fa sentire il suo peso eccome, minacciando addirittura di togliere il disturbo e lasciare la maggioranza.
Continua così la crisi politica serrata a palazzo delle Aquile, che potrebbe essere anche da monito però per palazzo d’Orleans, dove pure le fazioni di nemici amici continuano a tirare la corda e dove Totò Cuffaro e i suoi, al momento, sono stati a guardare, cercando di mettere pace per quanto possibile. Intanto a Palermo tutto si ferma, congelata al momento la nomina di Alongi e stallo alla messicana, in attesa che qualcuno faccia un passo indietro.
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