Il capo del dipartimento nazionale firma l'ordinanza che dà pieni poteri di commissario al presidente della Regione, che sarà coadiuvato dal dirigente del dipartimento acque e rifiuti e dalla prefetta di Palermo. Sono 30 i giorni a disposizione per elaborare una strategia per fronteggiare l'emergenza
Crisi idrica, la protezione civile chiede un piano a Musumeci Cocina: «Tra gli interventi il bypass dell’acquedotto Scillato»
Adesso c’è anche l’ufficialità da Roma: il presidente della Regione, Nello Musumeci, può prendere pieni poteri come commissario per far fronte all’emergenza scaturita dalla «crisi di approvvigionamento idrico in atto nel territorio della Città metropolitana di Palermo». A firmare l’ordinanza è il capo del dipartimento nazionale di protezione civile, Angelo Borrelli. Musumeci sarà coadiuvato dal dirigente generale del dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti, Salvatore Cocina e dalla prefetta di Palermo, Antonella De Miro.
«Al commissario delegato – si legge nel provvedimento – è assegnato il compito di definire, entro trenta giorni dall’adozione dell’ordinanza, un piano per la realizzazione degli interventi emergenziali ed urgenti di competenza del gestore del servizio idrico e gli ulteriori interventi, di immediata attuazione, che risultino coerenti con la programmazione del soggetto gestore».
Piano che dovrà affrontare delle criticità già individuate, come spiega a MeridioNews Salvatore Cocina. «L’attività dell’ordinanza è circoscritta – dice il dirigente regionale – Parte del piano richiesto dalla protezione civile riguarderà prevalentemente l’acquisto di autobotti per la popolazione e di grandi silos contenitori d’acqua. Poi c’è un intervento di tipo strutturale che riguarda il bypass dell’acquedotto di Scillato, che servirà a recuperare la piena funzionalità della sorgente, che arriva a oltre 900 litri d’acqua al secondo, ma di cui attualmente, nelle condizioni in cui versa la rete idrica se ne può derivare meno della metà».
Per potere realizzare quanto sarà programmato, conclude Cocina, la spesa necessaria sarà suddivisa tra la Regione e l’Amap, l’azienda a partecipazione del Comune di Palermo che gestisce il servizio idrico nel capoluogo e in parte della Città metropolitana, che si occuperà degli interventi sul proprio territorio di competenza.