Un errore nella comunicazione fa slittare la manifestazione delle sigle indipendenti di sei giorni. Fast Confsal e Cisal si scagliano contro l'accordo tra amministrazione comunale e sindacati confederati e proseguono nella loro volontà di «bloccare la città»
Crisi Amt, sciopero di 24 ore ma cambia il giorno «Lavoratori incroceranno le braccia giorno 19»
Continua l’azione di protesta delle sigle indipendenti del trasporto pubblico cittadino. Dopo l’accordo trovato tra Comune e sindacati confederati, Fast Confsal proclama un’intera giornata di sciopero per giorno 19 Settembre 2016. In particolare il personale a bordo incrocerà le braccia dalle 10.00 alle 16.00 e dalle 20.00 a fine turno, mentre i lavoratori degli impianti fissi (officine e amministrazione) si asterranno dal lavoro nelle ultime 3 ore del giorno. «Avevamo previsto la manifestazione per giorno 13 – spiega a MeridioNews Giovani Lo Schiavo, segretario regionale Fast Confsal – ma per un errore formale nella richiesta abbiamo dovuto spostare la data. Poco male – continua – perché così abbiamo ricevuto anche l’adesione della Cisal».
Diversi i motivi che hanno portato alla rottura con il Comune di Catania. Prima di tutto alcuni incontri «con esito negativo» per i lavoratori, prima in prefettura e poi a palazzo dei Chierici, nella sede dell’assessorato al Bilancio, che secondo Lo Schiavo «non hanno sortito nessun effetto». Ci sarebbero inoltre alcune somme trattenute dagli stipendi dei lavoratori e mai restituite nel corso dei mesi di luglio e di agosto. Una situazione che secondo i rappresentanti non può essere risolta senza un coinvolgimento diretto di tutte le figure professionali.
Solo due giorni fa i due sindacati autonomi si erano scagliati con durezza contro la stretta di mano tra amministrazione e Cgil, Cisl, Uil e Ugl. «È una truffa a discapito dei lavoratori Amt» avevano affermato Giovanni Lo Schiavo e Aldo Moschella della Cisal. Proprio per questo motivo i due segretari hanno espresso la loro volontà di non firmare l’accordo. «A differenza di altri – affermavano pungenti – siamo persone serie, ci siamo intestati la battaglia dei lavoratori e non ci pieghiamo».