I locali del Mercato ittico non sono conformi alle attività per diversamente abili. L'associazione che opera nel sociale si tira indietro, non presenterà progetti. La replica dell'assessora Marano «Nessuna discriminazione. Sapevamo che la struttura presentava delle barriere architettoniche ma non ci sono altri locali»
Coworking comunale inaccessibile per i disabili Federsid: «Cittadini ignorati, diserteremo il bando»
Il
coworking pensato dall’amministrazione comunale che dovrebbe sorgere all’ex mercato ittico cittadino non è a misura di portatori di handicap. La scoperta è stata fatta da Eleonora Lo Iacono della cooperativa turistica Terradamare, che ha scritto sul gruppo Facebook dedicato al progetto e creato dall’assessorato alle Attività Produttive del Comune di Palermo, cercando informazioni in merito alla possibile presa in carico di un’associazione di disabili. L’assessora al ramo Giovanna Marano le ha risposto sul social network: «Ci dispiace moltissimo ma i locali del Mercato Ittico destinati al coworking/laboratorio comunale non hanno l’accesso per disabili».
Federsid, la federazione sociale italiana per le disabilità che mette insieme diverse associazioni che trattano il tema delle disabilità a 360 gradi come: Uniamoci Onlus, il Ceipes Porte Aperte Hryo-Human Rights Youth Organization, ha deciso di non presentare nessun progetto per l’utilizzo dello spazio messo a disposizione dal Comune. «Il bando pone l’attenzione su un problema reale che riscontriamo quotidianamente – dice Marco Farina vice presidente dell’associazione di Federsid – l’amministrazione Orlando ha fatto grandi passi in avanti, come la mappatura fatta sui siti turistici accessibili ai disabili, è molto attenta a questi dettagli. Spesso però si pensa all’accessibilità sul territorio solo quando si parla di turismo, cosa che va molto bene, ma bisogna pensare anche a chi la città la vive ogni giorno».
«Chi vive la quotidianità ha molte difficoltà – aggiunge Farina – il bando sul coworking ha purtroppo dimostrato l’assenza di attenzione al cittadino, noi abbiamo abbandonato l’opzione di presentare un progetto proprio per la presenza di barriere architettoniche che ci avrebbero impedito di lavorare con i ragazzi che hanno differenti abilità. Come Federsid
siamo partner di un progetto su un bene confiscato e messo a bando dal Comune. La nostra idea di progetto è una struttura totalmente accessibile. Si parla molto spesso di accessibilità verso l’esterno ma i bisogni dei cittadini che vivono il territorio vengono limitati da questa mancanza di attenzione. Ci piacerebbe che il Comune nell’emanare i propri bandi, facesse come l’Unione Europea, e pensasse all’abbattimento delle barriere architettoniche per dare maggiori opportunità ai ragazzi disabili. Un’attenzione che molto spesso purtroppo manca, alcuni ragazzi disabili che vivono in città a volte non riescono neanche ad uscire dal proprio palazzo».
«Nessuna discriminazione – replica l’assessora Marano contattata da MeridioNews – Sapevamo che la struttura presentava delle barriere architettoniche, ma in mancanza di altri locali adeguati, abbiamo deciso di metterla a disposizione comunque per la promozione di alcune attività. Tentiamo di fare il possibile e appena avremo altri locali pronti e agibili anche per i disabili non esiteremo a metterli a disposizione».