«Mi sembra proprio impossibile che in Sicilia si possa passare alla fasedue se non si tiene conto dello stato attuale dei territori, fermi ancora alla fase zero dell’individuazione dei positivi al contagio». Quelle di Paolo Amenta sono più che perplessità
Covid-19, Anci Sicilia perplessa su avvio della Fase 2 «Tempi ancora troppo lunghi per analizzare i tamponi»
Poche ore dopo la nota con cui il governo regionale ha reso noto di avere chiesto a Roma di poter avviare la fase due della gestione dell’emergenza sanitaria a partire dal 4 maggio, un invito alla cautela arriva dal vicepresidente di Anci Sicilia Paolo Amenta. Il numero due dell’associazione che raggruppa i Comuni dell’isola si dichiara più che perplesso. «Mi sembra proprio impossibile che in Sicilia si possa passare alla fase 2 dell’emergenza se non si tiene conto dello stato attuale dei territori, fermi ancora alla fase zero dell’individuazione dei positivi al contagio, considerato – dichiara Amenta – i notevoli ritardi che si registrano nei risultati da parte delle Asp dei tamponi».
Amenta è presidente del consiglio comunale di Canicattini Bagni. La provincia di Siracusa è tra quelle finite nell’occhio del ciclone per la gestione sanitaria dell’emergenza e le falle nel sistema ospedaliero che hanno portato la Regione a nominare un team di esperti. «In questo momento – continua Amenta – in molte realtà si vive una situazione più che surreale con soggetti da più di 30 giorni in quarantena che aspettano i risultati del tampone. Cittadini in forte ansia che aspettano di sapere se positivi o meno al Coronavirus, se hanno contagiato i familiari, mentre altri rischiano, visto il lungo periodo di isolamento forzato, anche il posto di lavoro».
Il vicepresidente di Anci punta il dito contro l’operatività ridotta dei laboratori di analisi. «Non è possibile, in un momento di grande emergenza, venire a sapere che i laboratori, convenzionati e pagati con fondi pubblici, lavorino solo otto ore, come nella normalità, con la domenica libera, come se fossimo in presenza di una semplice influenza stagionale e non di una pandemia». A fare riferimento a un’adeguata capacità di monitoraggio dei contagi sono stati invece i componenti del comitato tecnico-scientifico di supporto al governo Musumeci. «Nei Comuni ormai i sindaci non sanno più a che santo votarsi per avere risposte da dare ai cittadini sempre più insofferenti per la lunga quarantena, gli ingiustificati silenzi e la pesante crisi economica che l’emergenza si sta portando dietro. Qualcuno – conclude – dovrebbe spiegare quali sono i criteri con i quali si decidono le priorità».
Tra i piani della Regione c’è anche quello di dotarsi dei cosiddetti kit rapidi per poter accertare in tempi brevi la presenza del virus, ma anche l’eventuale sviluppo di anticorpi che potrebbero significare l’immunizzazione della persona al Covid-19. Il condizionale, tuttavia, è d’obbligo: la comunità scientifica, infatti, ha più volte rimarcato come è necessario che i test selezionati siano tali da concedere ristretti margini di errore. Pena la messa in circolazione di soggetti suscettibili all’infezione o peggio la mancata individuazione di positivi.