Da giuseppe scianò e corrado mirto,
Cosa aspettiamo a riaprire il Casinò di Taormina?
da Giuseppe Scianò e Corrado Mirto,
rispettivamente, segretario politico e presidente del Fronte nazionale siciliano,
riceviamo e volentieri pubblichiamo
Fra gli impegni mancati e i problemi irrisolti che caratterizzano e qualificano loperato della classe politica e dei Partiti dominanti in Sicilia, emblematico rimane quello relativo alla RIAPERTURA DEL CASINO DI TAORMINA.
Per la Questione CASINO DI TAORMINA, nel tempo si sono alternati periodi di complice SILENZIO e periodi, invece, di annunci e di chiacchiere, nonché di appariscenti ed inconcludenti proteste, e di altrettanto appariscenti ed inconcludenti MOZIONI, INTERROGAZIONI parlamentari e PROMESSE non mantenute da parte dei deputati eletti, in Sicilia, sia allAssemblea regionale siciliana, sia al Senato, sia al Parlamento italiano.
Ovviamente silenzio oppure disquisizioni in perfetto POLITICHESE sulla esigenza di dotare di CASINO – in analogia – anche in altre aree della Sicilia a forte vocazione turistica e/o di grandi potenzialità turistiche non valorizzate. (a sinistra, il Casinò di Taormina, foto tratta da indipendenza.com)
Ciò, nonostante il fatto, notorio, che i CASINO, in tutta Europa, in Italia (o, meglio: nellITALIA SETTENTRIONALE) e nel Mondo siano strutture trainanti per il TURISMO. E che sono utilissimi per DESTAGIONALIZZARE il flusso e le presenze prolungate dei Turisti. Soprattutto in Sicilia dove – proprio per il Turismo – esistono alti rischi di ulteriore arretramento. Uneventualità, questa, inaccettabile ed imperdonabile. Così come sono inaccettabili i rilevamenti statistici degli ultimi decenni, che ci forniscono un dato annuo di presenze turistiche complessivamente pari a quello dellIsola di MALTA che come ben sappiamo è molto più piccola della Sicilia.
Certamente, la politica Maltese per il Turismo non è basata sulla presenza di alcuni prestigiosi CASINO, ma è supportata ANCHE dai CASINO. Onore, quindi, alla classe politica della vicina Repubblica, Isola sorella e figlia della SICILIA! E vergogna (sì: VERGOGNA!) per i Governi e per le Assemblee della Regione siciliana che hanno governato la Sicilia dal 1947 ad oggi, e per la classe politica in genere.
Tornando al caso TAORMINA, ribadiamo che ci troviamo di fronte ad un problema a se stante ed INSOLUTO, anche per MANCATA GIUSTIZIA. O, per essere più chiari: per il mancato rispetto di alcuni diritti fondamentali del Popolo Siciliano. Quale, appunto, è il diritto alla parità di trattamento, garantito dal testo e dallo spirito della Carta Costituzionale della Repubblica Italiana.
Ed è fin troppo evidente, peraltro, che lattuale situazione e non è un caso! finisca con il consolidare lOLIGOPOLIO di fatto dei CASINO vigente in Italia.
Precisiamo, – ad abundantiam – che, nel caso specifico di Taormina, non si tratterebbe di APERTURA ma di RIAPERTURA di quel CASINO (gestore GUARNASCHELLI) che, a suo tempo, ebbe un periodo di vita breve e, pur tuttavia, abbastanza fiorente per sé, per la Città di TAORMINA, per il suo Circondario e per a Sicilia tutta. (a destra, foto tratta da inviatospeciale.com)
E allora? Aspettiamo e pretendiamo che lArs, immediatamente e con una specifica proposta di LEGGE-VOTO (ai sensi dellArticolo 18 dello Statuto) proponga al Parlamento Centrale di varare, con la massima urgenza, il provvedimento legislativo specifico per la riapertura del Casinò di Taormina.
Nella stessa proposta di Legge-Voto vanno inseriti limpegno, le modalità e i tempi per procedere alle altre aperture di Casinò che si dovessero rendere utili e necessarie.
Insomma, LO STATUTO SICILIANO E LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA CI FORNISCONO GLI STRUMENTI ED I MEZZI PER RISOLVERE, PRESTO E DEFINITIVAMENTE, LA QUESTIONE SUL TAPPETO.
Sono fondamentali, però, la VOLONTA e lINIZIATIVA della Classe Politica, dei Partiti e degli Uomini, SICILIANI, presenti nelle Istituzioni parlamentari.
A meno che non siano proprio fra questi ultimi coloro che si mettono di traverso, come pare che sia avvenuto per il passato.
Non aggiungiamo altro per il momento.
A N T U D U !
Nota a margine
Siamo perfettamente d’accordo con gli amici Scianò e Mirto: il Casinò di Taormina va riaperto. Se non viene riaperto, è per non creare problemi ai quattro Casinò del Nord Italia.
La storia che in Sicilia c’è la mafia e i Casinò non si possono aprire è una buttanata. La mafia – e non da ora – è anche nel Centro Nord Italia. E non mi sembra che questo abbia determinato la chiusura dei quattro Casinò che ci sono da quelle parti.
Il Casinò di Taormina non è mai stato riaperto per non dare a Taormina e al suo comprensorio un’occasione di sviluppo in più. Il “no” dello Stato centrale alla riapertura del Casinò di Taormina e, in generale, all’apertura di altri Casinò in Sicilia è una palese
manifestazione di ipocrisia e di atteggiamento colonialista da parte dello Stato italiano.
E’ arrivato il momento dio lottare per la libertà della Sicilia che dal 1860 ci viene negata. Subito dopo la ‘presunta unificazione con le stragi perpetrate dagli eserciti di Casa Savoia, poi con i Prefetti-delinquenti di Giolitti; quindi con la grande ‘rivelazione’ del Fascismo, che fu un’altra odiosa forma di repressione; e, ancora, dal 1947 ad oggi, con l’Autonomia siciliana tradita da uno Statuto non applicato, in buona parte per l’ascarismo delle classi dirigenti – o presunte tali – della Sicilia, e in parte anche per l’atteggiamento colonialista dello Stato centrale e delle sue articolazioni, a cominciare dalla Corte Costituzionale che, alla fine degli anni ’50, con una sentenza abusiva e truffaldina, assorbiva le competenze dell’Alta Corte per la Sicilia che, fino ad allora, non senza difficoltà, aveva rintuzzato le odiose ingerenza dello Stato nella vita della Sicilia.
La chiusura del Casinò di Taormina – questo particolare, chissà perché, lo hanno sempre notato e stigmatizzato in pochi – arriva, non a caso, qualche anno dopo che lo Stato centrale romano aveva bloccato (“Sepolta viva”, diceva l’ex presidente della Regione, Giuseppe Alessi) l’Alta Corte per la Sicilia.
Oggi, alla luce di un’Italia che è ormai finita nella sinistra orbita del gruppo di Bilderberg, la Sicilia e i siciliani debbono cominciare a lottare per la conquista della libertà. E debbono farlo nel ricordo dell’ala movimentista e rivoluzionaria del Separatismo siciliano, che aveva un leader che si chiamava Antonio Canepa.
Il resto sono chiacchiere. Pensare, nell’era di Bilderberg, ad altri scenari è velleitario. Basti vedere la fine che hanno fatto fare alla Grecia e a Cipro.
g.a.