Corteo Almaviva, tensioni con la polizia Sindacalista Cisalcom finisce in Questura

Prima giornata di sciopero per i lavoratori Almaviva e disagi per il traffico in via Marcellini. La manifestazione coincide con lo sciopero nazionale indetto da Cisalcom che comincia oggi e si concluderà giorno 22. A Palermo, sono scese in strada circa 350 persone. Il corteo si è diretto verso corso Calatafimi. «La Cisalcom ha permesso che i dipendenti Almaviva scendessero in piazza per protestare, proprio nel giorno in cui comincia il trasferimento di sede dei lavoratori impiegati nella commessa Sky», dice uno dei partecipanti allo sciopero. «Chiediamo di mantenere le condizioni contrattuali attuali, che vengano fermate le delocalizzazioni e lo stop alle commesse al ribasso».

Si sono registrati momenti di tensione con la polizia. Gli agenti della Digos hanno provato a far desistere i lavoratori nel continuare la manifestazione. Senza successo. E gli agenti hanno condotto il segretario della Cisalcom Salvatore Montevago in Questura per accertamenti. Ad annunciare lo sciopero infatti era stato proprio il sindacato Cisalcom, che in una nota si era scagliato contro l’attuale procedura di mobilità e contro qualsiasi ipotesi che possa peggiorare le attuali condizioni salariali, normative e di lavoro.

Da domani, invece, inizierà la manifestazione dei lavoratori aderenti alle sigle sindacali di Cgil, Uil e Ugl. Non aderisce la Cisl. Fino a venerdì sono in programma scioperi a commessa: giorno per giorno si stabilirà quale delle aziende clienti di Almaviva contact non avrà operatori in cuffia. Da definire il calendario delle commesse, che verrà comunicato quotidianamente e, un giorno prima, alle rsu dei sindacati aderenti. Previste alcune iniziative per sensibilizzare la cittadinanza, tra le quali una fiaccolata, una pedalata in bicicletta e un’assemblea cittadina. Ci sarà anche un presidio davanti all’Assessorato regionale alle Attività produttive.

I sindacati che aderiranno alla protesta, come si legge nella lettera inviata all’azienda, chiedono la revoca dei licenziamenti alla luce del tavolo convocato al Ministero per lo Sviluppo economico per il 24 maggio, la «ripresa del confronto costruttivo e concreto tra azienda, parti sociali, istituzioni nazionali e locali». I lavoratori scenderanno in piazza contro gli esuberi strutturali e il peggioramento delle condizioni economiche e contrattuali, per «mettere i committenti davanti alle loro responsabilità sulle dinamiche del settore – gare al ribasso, delocalizzazioni e mancato rispetto delle regole -, contro i trasferimenti nella sede di Marcellini e per indurre l’azienda a mettere in atto «un vero piano industriale di prospettiva».


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