La questura di Catania ha denunciato uno dei circa 400 manifestanti che, lo scorso 25 aprile, si sono separati dal corteo tradizionale della festa della Liberazione per recarsi sotto agli uffici di Frontex, in via Transito, nei locali dell’ex monastero di Santa Chiara. Lo confermano le sigle che hanno dato vita alla manifestazione, inscenata per protestare contro il ruolo assunto dall’agenzia europea nella querelle che negli ultimi giorni ha riguardato il capo della procura di Catania Carmelo Zuccaro e le Ong internazionali che operano nel Mediterraneo. La denuncia, per manifestazione non autorizzata, è giunta pochi giorni dopo lo svolgimento dei fatti.
La persona in questione sarebbe stata riconosciuta come referente della costola del corteo che si è distaccata dal percorso principale all’altezza di via Vittorio Emanuele. Un ruolo non ufficiale che sarebbe consistito nel negoziare – sul posto, con le forze dell’ordine presenti – gli spostamenti di quella porzione di corteo non autorizzata. Rete antirazzista catanese e gli altri movimenti che hanno animato la protesta mantengono riserbo sulle sue generalità. Multe, a quanto pare piuttosto salate, hanno inoltre raggiunto tre persone, due minorenni e un maggiorenne, per l’affissione abusiva dei manifesti che, nei giorni precedenti, erano comparsi in città per anticipare i temi e la piattaforma politica della manifestazione.
E risale a pochi giorni fa la notifica di una seconda denuncia, ancora per manifestazione non autorizzata, collegata però al presidio allestito lo scorso 14 aprile da una costellazione di sigle come la stessa Rete, Pci, Red militant, No Muos, No G7 e molte altre. Un’iniziativa svoltasi nei pressi della prefettura e culminata in un breve corteo partito per l’appunto da via Minoriti per giungere in piazza Duomo. In quella circostanza la protesta era incentrata sul cosiddetto decreto Minniti e in particolare sull’introduzione del Daspo urbano, istituto che prevede sanzioni di natura penale e amministrativa e l’allontanamento di «individui ritenuti socialmente pericolosi, antisociali» per il decoro cittadino dal centro della città o da alcune zone di essa o da tutta».
Domani alle 17, in via Siena nel salone di Città insieme, la Rete catanese contro il G7, di cui fanno parte molti movimenti e partiti comunisti e antifascisti, si ritroverà per anticipare alcune delle iniziative che verranno messe in atto nei giorni del vertice internazionale di Taormina.
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