L'ex sindaco di Lampedusa era accusato di aver consentito a ditte private il prelievo di acqua dai pozzi comunali, senza il pagamento della relativa tariffa per oltre 290 mila euro. Annullata la sentenza di primo grado
Corte dei Conti assolve De Rubeis «Non ci fu danno erariale»
La Corte dei Conti, sez. giurisdizionale d’Appello della Regione siciliana, ha assolto Bernardino De Rubeis, ex sindaco del Comune di Lampedusa, accogliendo pienamente le tesi della difesa affidata agli avvocati Gaetano Armao, Vincenzo Caponnetto e Tiziana Milana.
De Rubeis era accusato di danno erariale al Comune di Lampedusa e Linosa per aver consentito a ditte private il prelievo di acqua dai pozzi comunali, senza il pagamento della relativa tariffa per l’importo complessivo di 290 mila 732 euro
«La sentenza depositata ieri – si legge in una nota dello studio legale – ha annullato la sentenza di primo grado che aveva invece condannato il nostro assistito al pagamento dell’ingente somma, oltre alla rivalutazione monetaria ed agli interessi legali, ritenendolo l’unico responsabile del pregiudizio erariale. Il giudizio contabile – si legge ancora – scaturiva dalla medesima indagine effettuata dalla Guardia di Finanza in sede penale e che aveva condotto all’assoluzione di De Rubeis da parte del Tribunale di Agrigento, stante il difetto di essenziali elementi oggettivi dell’illecito. La questione – concludono i legali – aveva dato inoltre luogo ad una complessa questione giurisprudenziale sulla rilevanza del giudizio penale in quello contabile risolta dalla Sezioni Riunite della Corte dei conti con l’ordinanza n. 2/2013».
Divenuta irrevocabile la sentenza penale di assoluzione, «in considerazione dell’identità dei fatti posti a fondamento del giudizio penale e del giudizio di responsabilità», anche la Corte dei Conti ha ritenuto esente da responsabilità il Sindaco De Rubeis «non residuando, per il giudice contabile margini valutativi diversi». La Corte giurisdizionale d’Appello ha condannato il Comune di Lampedusa e Linosa al pagamento delle spese di giudizio di 5 mila euro