Corso sciuscià, calzolai veronesi in cattedra  Reina: «Avviato l’iter per il suolo pubblico»

L’eco del corso di formazione per sciuscià di Confartigianato Palermo arriva fino a Verona. I rappresentanti dell’associazione scaligera Calzolai 2.0, infatti, ieri si sono trasformati in professori per un giorno e hanno incontrato gli studenti del corso nella sede di Confartigianato per raccontare l’esperienza della loro associazione, nata qualche anno fa su iniziativa del presidente di Confartigianato Moda Verona, Paride Geroli

Dietro il progetto di rilancio dell’antico mestiere dei lustrascarpe, voluto dal leader degli artigiani palermitani Nunzio Reina, infatti, c’è tutto un settore delle riparazioni in rapida crescita: in tempo di crisi lustrare o riparare un paio di scarpe è più conveniente che acquistarne di nuove. «Il mestiere dei lustrascarpe sta vivendo una seconda giovinezza – spiega Confartigianato Verona -. I numeri parlano chiaro, il settore della riparazione dà lavoro a più di 145mila imprese e oltre 290mila lavoratori. Ogni anno, in media, una famiglia italiana spende 370 euro per riparazioni e manutenzione di beni». 

Il corso, che ha attirato anche l’attenzione della trasmissione televisiva «I Fatti Vosttri», è partito il 7 marzo. Le lezioni sono tenute da Piero Caccamo, storico calzolaio di via Marchese di Villabianca, ma hanno visto la partecipazione anche di esperti di altre regioni come il veronese Michele Massaro, accompagnato da Geroli, e Angelo Gregorio dall’Emilia Romagna. I selezionati – in tutto 16 – hanno anche già dato vita alla cooperativa Shoeshine 2.0. Si tratta di 12 uomini e 4 donne. Per vedere i nuovi sciuscià in strada bisognerà attendere i primi giorni di maggio. «È pur sempre un lavoro dignitoso, non mi umilia per niente», dice una ragazza di 21 anni. C’è anche chi volta pagina dopo 36 anni spesi nel settore della comunicazione: «Speriamo di proporre qualcosa di diverso, avere i paraocchi è sbagliato». 

«La cooperativa – dice Reina – eviterà l’eventuale posizionamento di lustrascarpe abusivi sulle strade del capoluogo e tutelerà coloro che hanno creduto nella nostra idea. Ci siamo già confrontati con l’amministrazione comunale per avviare l’iter per la concessione del suolo pubblico». Sono previste in tutto dieci postazioni nei punti nevralgici di Palermo: sotto i portici di via Ruggero Settimo, via Libertà, piazza Castelnuovo, via Emerico Amari, piazza San Domenico, piazza Borsa, piazza Verdi, via Maqueda, corso Vittorio Emanuele e Stazione Centrale.

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