Presidio di solidarietà questa mattina a sostegno degli occupanti. Il Comitato PrendoCasa: «Il Comune ha già disposto questo intervento per il contributo per l'alloggio e inserimento al lavoro per i Lo Giudice. Ci aspettiamo che le istituzioni collaborino tra di loro per risolvere il problema senza contemplare questa opzione come soluzione»
Corso Pisani, rinviato lo sgombero per una famiglia «Hanno la residenza e una gravidanza a rischio»
Hanno presidiato corso Pisani, la palazzina al civico 12, dalle sei del mattino: in solidarietà alla famiglia Lo Giudice, a cui ieri è stato notificato un nuovo sgombero. Una quindicina di persone, tra attivisti del comitato PrendoCasa e altri occupanti, hanno atteso l’intervento alle forze dell’ordine. Una situazione, quella dell’immobile a due passi da Palazzo d’Orleans, ancora aperta: occupato cinque anni da cinque famiglie, oggi ne è rimasta solo una. Sequestrato a un ex costruttore palermitano, il palazzo si trova sotto amministrazione giudiziaria. Poi in tarda mattinata l’annuncio: sgombero bloccato e rinviato. «Siamo riusciti – afferma Carlo Mancuso del Comitato Prendocasa – a fare rinviare lo sgombero della famiglia al 9 gennaio. Nelle città dell’emergenza sociale, è fondamentale che le istituzioni si impegnino a salvaguardare i diritti della gente, che il Comune sia l’istituzione che si intesti la risoluzione del problema della casa e che si fermino immediatamente gli sgomberi dei beni occupati e gli sfratti per morosità con scelte coraggiose e immediate»
«Il Comune – continua Mancuso – ha già disposto questo intervento per il contributo alloggiativo e inserimento al lavoro per la famiglia Lo Giudice e, proprio ieri, a riprova dell’esistenza di questa trattativa, hanno incontrato l’assistente sociale del Comune. Ci aspettiamo – afferma Mancuso – che le istituzioni collaborino tra di loro per risolvere il problema senza contemplare lo sgombero come soluzione né temporanea a né definitiva. Sino a qual momento, difenderemo chiunque si trovi in emergenza abitativa e saremo la spina nel fianco delle istituzioni». Chi alloggia nel palazzo «ha pure la residenza – dice Mancuso -. La moglie di Lo Giudice ha inoltre una gravidanza a rischio. C’è una trattativa in corso con gli assistenti sociali, è per questo che non capiamo la fretta di questo sgombero. Faccio inoltre notare che l’amministratore giudiziario risulta indagato per il caso Saguto».
A dicembre del 2016 la famiglia Lo Giudice aveva proposto un regolare contratto di locazione, dichiarando di essere pronta a pagare 400 euro di affitto mensili. Ma l’amministratore aveva chiesto anche il pagamento delle somme pregresse, quantificate in 19 mila e 200 euro. Gli occupanti a questo punto, ritenendo di «non poter adempiere al pagamento dell’ulteriore somma in quanto troppo esosa», avevano a propria volta rilanciato con un’ulteriore rateizzazione da 100 euro in più al mese. Una richiesta a cui non è stato dato seguito. Anzi, da giugno le richieste di sgombero si sono susseguite. Rischiando di far saltare le trattative di sostegno avviate intanto dal Comune.