Secondo la ricostruzione dei vigili, un ciclomotore ha travolto un passante, rimasto illeso, ed è fuggito. Ma la donna alla guida racconta una versione diversa e sostiene di essere stata lei investita. Una testimone: «Ho sentito un botto e un urlo». Duro l'attacco di #Salvaiciclisti: «Il Comune non ascolta le nostre soluzioni al problema»
Corso Italia, nuovo incidente sulle strisce «Serve un altro morto per intervenire?»
Nuovo incidente sulle strisce pedonali in corso Italia. Secondo la ricostruzione dei vigili urbani, alle 14 circa un motorino ha investito un pedone che attraversava la strada all’altezza della chiesa Cristo Re. Il guidatore, secondo le prime ricostruzioni della polizia municipale, è fuggito senza prestare soccorso. Sono stati i passanti ad allertare le autorità e sincerarsi delle condizioni della persona investita. L’ambulanza del 118 è arrivata dopo qualche minuto. I vigili urbani, che sono stati impegnati sul posto per oltre tre ore, hanno rilevato gli indizi per accertare la dinamica e hanno regolato il traffico, molto intenso all’ora di punta.
Sono ancora in corso le indagini per risalire alla targa del motorino e all’identità del conducente, sul quale si procede anche per il reato di omissione di soccorso. Il pedone investito, fanno sapere dalla sala operativa della municipale, non ha riportato traumi né ferite. «Ho sentito un botto e poi un urlo», dice una donna che stava camminando dando le spalle all’incidente. «Mi sono girata e ho visto un motorino a terra e tanta gente attorno». La viabilità in corso Italia «è un problema serio» continua la testimone, che ricorda come «nello stesso punto era morto un ragazzo qualche anno fa». Il riferimento è alla morte del dj Gianluca Fucile che, alla guida di uno scooter, nella notte del 13 gennaio 2013 si scontrò con un’auto.
«Sono stata io a essere investita mentre viaggiavo sul mio scooter, non c’è nessun pedone travolto». È l’altra versione dell’incidente. A parlare è una donna che afferma di «essere stata investita da un altro motorino che poi è fuggito via». E sulla ricostruzione fornita dalla municipale, commenta: «È impossibile, ho parlato io stessa con i poliziotti». Gli stessi che avrebbero anche «raccolto da terra dei pezzi del motorino che mi ha investito», un ciclomotore di colore verde. Ultima correzione sulle conseguenze dell’incidente, «porto ancora un tutore alla gamba», conclude.
Nella stessa strada, appena quattro giorni fa, due anziani sono morti a seguito dell’impatto con un’automobile che li ha investiti mentre attraversavano sulle strisce. Il sindaco Enzo Bianco ha proclamato il lutto cittadino «per dare un forte segnale sulla necessità di riflettere, tutti, sul rispetto delle regole stradali e sui diritti dei pedoni». L’organizzazione #Salvaiciclisti, attiva sul tema della mobilità sostenibile, dopo quell’incidente ha scritto all’amministrazione comunale per chiedere «moderazione delle velocità e zone 30 nelle aree residenziali, una messa in sicurezza immediata dei punti critici e la sistemazione e il rifacimento della segnaletica stradale orizzontale e verticale». Andrea Genovese, componente del gruppo, ribadisce a MeridioNews che «a Catania il rischio per pedoni e ciclisti è grave più che in altre città e non si risolverà con balletti o conferenze sulla mobilità». Genovese lancia una provocazione: «Deve scapparci ancora una volta il morto, per intervenire?».
Alcune proposte sono state inviate in una lettera al Comune per chiedere «telecamere pubbliche monitorate tutto il giorno, possibilità dei cittadini di denunciare le infrazioni via smartphone e maggiori controlli su strada da parte dei vigili», elenca il rappresentante dell’organizzazione. «Siamo arrabbiati – conclude -. Abbiamo offerto la nostra disponibilità al Comune ma non abbiamo avuto alcuna risposta».