Corruzione elettorale, si è dimesso il sindaco di Calatafimi  È accusato di avere beneficiato dei voti del clan mafioso

«Per l’alto senso politico e istituzionale che ha sempre improntato il mio impegno civico, ritengo opportuno rassegnare le mie dimissioni». È con una breve nota inviata alla giunta, al consiglio e al segretario comunale che il sindaco di Calatafimi Segesta Antonino Accardo ha comunicato la decisione di non ricoprire la carica di primo cittadino. Un’iniziativa «travagliata e non più procrastinabile» che arriva dopo la vasta operazione antimafia della Dda di Palermo della scorsa settimana in cui anche Accardo risulta indagato con l’accusa di avere beneficiato dei voti controllati dalla cosca mafiosa guidata da Nicolò Pidone.

«Sono certo che riuscirò a dimostrare il prima possibile la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati». Eletto il 28 aprile del 2019, Accardo è accusato di avere fatto riferimento ad alcuni uomini d’onore della cosca mafiosa locale anche per questione extra-politiche, ovvero per tentare di recuperare i soldi (circa settemila euro) della cessione della sua società Regno delle due Sicilie, che si occupa di lavorazione, produzione e confezionamento di prodotti agricoli.

«Assumo questa decisione – ha spiegato l’ormai ex primo cittadino – pur nella consapevolezza di avere sempre agito in modo trasparente e irreprensibile e di avere improntato la mia azione politica e amministrativa, sempre e solo, al raggiungimento del bene comune». 


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