Cinquemila euro: sarebbe stato questo il prezzo per ottenere il titolo in un istituto tecnico, che i magistrati collocano nel 2018. Al vaglio le intercettazioni e il presunto legame tra la donna che doveva diplomarsi e uno dei consiglieri coinvolti nell'operazione
Corruzione al Comune, diploma di maturità comprato? Dopo blitz Giano bifronte, aperto nuovo filone d’inchiesta
L’inchiesta Giano bifronte sulla corruzione nelle speculazioni edilizie del Comune di Palermo si allarga e innesca un nuovo filone di inchiesta. Questa volta, all’attenzione dei magistrati c’è la presunta compravendita di un diploma di maturità del 2018. Cinquemila euro il presunto prezzo per assicurarsi quella maturità da parte di una donna ritenuta molto vicina a uno dei politici coinvolti nel blitz, il consigliere comunale di Italia Viva Sandro Terrani.
A parlare del presunto versamento per far diplomare questa donna sarebbe stato proprio lo stesso Terrani intercettato. In altre conversazioni captate ci sarebbe anche la ragazza, che lamentandosi con una una conoscente, negava la circostanza. Da altre e precedenti intercettazioni invece si evinceva che il preside di un istituto tecnico avesse chiesto alla donna quando Sandro, cioè Terrani, sarebbe andato a trovarlo per dargli i soldi. Lei, sempre parlandone con un’altra conoscente, diceva di avere risposto di non saperne nulla e il preside avrebbe confermato: «Tu non sai niente non c’entri niente», promettendole che avrebbe parlato direttamente col consigliere comunale.
Secondo l’accusa, che indaga per corruzione, Terrani, assieme a un altro consigliere comunale del PD, Giovanni Lo Cascio, si sarebbe prestato ad assecondare – dietro la concessione di alcune utilità – i desiderata di una cricca che intendeva realizzare la trasformazione edilizia di tre ex aree industriali di Palermo: un affare da 150 milioni di euro.