Corleone, sdegno per la prova dell’auto con incaprettato Il Comune e società si mobilitano: «Presto azioni legali»

«Domani alle 10 a Corleone è prevista una riunione con le associazioni della società civile e tutti gli avvocati della città per avviare una richiesta di maxi-risarcimento danni che devolveremo per migliorare la città. Uno sforzo collettivo per liberarci, una volta per tutte, da questo accostamento stereotipato di Corleone come capitale della mafia». Il video della prova di una nota casa automobilistica, pubblicato ieri dalla rivista francese Auto Moto Magazine, ha scatenato un vero e proprio putiferio sollevando le ire dei siciliani e, in particolare, della città di Corleone, teatro della prova. Nel test, infatti, si vede un uomo incaprettato dentro il portabagagli della vettura mentre, con lo sfondo musicale del film Il Padrino, il giornalista mostra l’ampiezza del retro dell’auto.

Già ieri le critiche non sono mancate: la vicepresidente di Libera Daniela Marcone, ad esempio, l’ha definito «un episodio molto grave». E oggi, tra i primi a chiedere giustizia c’è Dino Paternostro, direttore di Città Nuove. «Abbiamo l’impressione che tante aziende – racconta Paternostro – pur di fare business, ci stiano prendendo gusto a speculare sull’immagine della città ormai offesa. Dobbiamo muoverci per tutelare il nome di Corleone e metteremo in campo un pool di avvocati che aderiranno a titolo gratuito al nostro progetto. Una richiesta che parte da basso, dalla società civile prova di una forte unità da parte dei corleonesi onesti».

Ma le azioni legali per tutelare il nome di Corleone potrebbero esser più d’una: anche la Commissione straordinaria, guidata da Giovanna Terminiha fatto sapere che intende rivolgersi ai tribunali: «La Commissione Straordinaria di Corleone manifesta forte sdegno per l’azione lesiva a danno del Comune a seguito del video apparso nella serata di ieri sui social e su You tube da parte di una rivista francese – si legge nella nota – . Nel video il giornalista mostra nel bagagliaio della macchina un uomo incaprettato commentando con la ignobile frase ‘In Sicilia si usa fare così’». 

La Commissione Straordinaria ha così deciso di avviare le procedure per promuovere azioni legali nei confronti degli autori di tale gesto, «fortemente lesivo dell’immagine di Corleone e dei Siciliani tutti. Le azioni per la tutela della immagine saranno attivate anche in diversi ambiti a livello nazionale per la difesa dei diritti lesi».


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A portare la vicenda in tribunale saranno non solo la Commissione straordinaria ma anche le associazioni che, assieme a un pool di legali, chiederanno un maxi-risarcimento. Paternostro: «Uno sforzo collettivo per liberarci, una volta per tutte, da questo accostamento stereotipato della città come capitale della mafia»

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