“La convenzione per la pace ha come obiettivo quello di far conoscere cosa accede nel mondo”. Così un breve excursus di storia politica del paese africano apre il dibattito, che va dal ‘700 fino all’indipendenza della Rodesia del Nord e del Sud, attuale Zimbabwe, avvenuta nel 1980 con le prime elezioni libere che portano al potere il partito di Mugabe.
Una politica recente viene adottata dal paese che vede la redistribuzione dei latifondi, minacciando e attuando l’espropriazione delle terre dei bianchi, creando però anche disagi economici all’agricoltura. Si procede con la panoramica sulla questione sanitaria nel territorio Africano, ancora poco adeguato ad intervenire e affrontare un problema che coinvolge ben 38 milioni di persone. Lo Zimbabwe è il territorio in cui risiedono il maggior numero di persone contagiate, tra questi le categorie più a rischio sono le donne , e né la monogamia né i matrimoni sono riusciti a far fronte al problema; in quanto studi recenti hanno dimostrato che esiste un circolo vizioso del virus (fame- povertà- bisogno di denaro- sesso mercenario-AIDS).
L’obiettivo della LILA è innanzitutto dare una mano per contribuire alla riduzione del danno, ma questo è un approccio che ai governi conservatori non piace. Per questo motivo il processo diviene sempre più faticoso e incerto. Invece il problema dell’AIDS esiste e va affrontato in tempi molto più veloci, in quanto è stato stimato che circa il 70% dei posti letto negli ospedali è occupato da pazienti con AIDS, che la vita è crollata a 35 anni e che la mortalità infantile è più che raddoppiata. Occorre una collaborazione a più livelli che va dall’ONG, alle istituzioni internazionali, ai privati ai Governi locali.
Nasce così un progetto “Susy Costanzo”, che adotta la terapia anti-retrovirale di una donna africana, patrocinato dall’azienda ospedaliera “V. Emanuele” e dalla facoltà di lingue. Il progetto ha come obiettivo quello di sostenere il programma dell’ospedale ” Luisa Guidotti”, ospedale missionario italiano che dipende dal ministero della Salute dello Zimbabwe. La LILA è attiva nel territorio africano da 2 anni e insieme al COSV stanno lottando per prevenire la trasmissione dell’infezione da HIV da madre a figlio con la somministrazione al termine del parto del NUP, una sostanza che riduce il rischio di trasmissione del virus. I primi tre bambini testati sono risultati HIV negativi.
Alla LILA lavorano fianco a fianco persone sieropositivo e non, personale medico specializzato e non, mosse dal comune impegno per la difesa del diritto della salute, per affermare principi di solidarietà contro ogni forma di emarginazione e discriminazione. Il tema della pace è comune a tutti, e tutti i paesi ne sono coinvolti, la pace è che nessun popolo sia escluso.
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