La trattativa tra i sindacati dei lavoratori e l'Associazione dei bancari italiani (Abi) non si sblocca. «Fino a quando l'Abi non scoprirà le carte non andremo avanti», dicono i sindacalisti. Non si escludono manifestazioni di protesta
Contratto nazionale dei bancari La Fabi annuncia la mobilitazione
«Si procede a piccoli passi, certamente non per responsabilità del sindacato. Abbiamo richiesto risposte chiare e inequivocabili su orario di lavoro, area contrattuale, recupero dell’inflazione, nuove attività e professioni e chiediamo chiarezza su quali argomenti l’Abi vorrà trattare in sede aziendale, una volta definiti i criteri in sede nazionale».
Lo ha dichiarato Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari, al termine dell’incontro che si è svolto ieri nella sede dell’Abi (Associazione bancari italiana), in merito alla trattativa di rinnovo del Contratto nazionale dei 309 mila addetti del settore creditizio del nostro Paese.
«Non si può procedere, senza conoscere le carte in mano dell’Abi e la posizione sui singoli argomenti delle banche, perché per noi è indispensabile l’approfondimento di ogni tematica – aggiunge il leader nazionale della Fabi -. Ci auguriamo che, a partire dalla riunione del 25 novembre fissata a Milano con le organizzazioni sindacali, l’Abi voglia entrare nel merito concreto degli argomenti. Abbiamo dichiarato alla nostra controparte la volontà di informare tempestivamente e correttamente la categoria, attraverso assemblee sul posto di lavoro».
«Affronteremo il difficile e impegnativo momento all’interno del nostro 120° consiglio nazionale, convocato a Roma dal 18 al 20 novembre – conclude Sileoni – valutando con i nostri organismi dirigenti ogni possibile iniziativa di mobilitazione».