Come annunciato nei giorni scorsi, il sindaco si è presentato in Aula per rispondere punto per punto alle 46 irregolarità contestate dalla Ragioneria generale dello Stato, ribadendo la bontà del lavoro svolto in questi anni, e puntando il dito contro le anomalie rilevate dagli ispettori: «Non tiene conto del lavoro complessivo svolto».
Consiglio straordinario sull’ispezione del Mef Orlando fa muro: «Relazione un po’ anomala»
«È una relazione un po’ anomala, perché sembra mirata soltanto su alcuni settori. Ovvero, personale e partecipate, ma non tiene conto del lavoro complessivo svolto dalla nostra amministrazione. Per questo, per evitare ogni strumentalizzazione, ho ritenuto doveroso venire in aula a riferire al Consiglio». Sono queste le prime parole con cui il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha aperto oggi pomeriggio la seduta straordinaria del Consiglio comunale per rispondere «punto per punto», come aveva annunciato, alle 46 irregolarità contestate a Palazzo delle Aquile dopo la visita amministrativo-contabile dei funzionari della Ragioneria generale dello Stato che per circa un mese e mezzo (12 dicembre 2016-27 gennaio 2017), hanno stazionato negli uffici comunali spulciando bilanci, tabelle e registri. Il risultato di questa ispezione è una relazione di oltre 250 pagine, con sei pagine fitte di rilievi e criticità.
Il sindaco, nel suo lungo intervento, ha rivendicato la scelta della gestione pubblica delle partecipate: «Difendo l’anomalia palermitana e difendo questa scelta, anche a rischio di affrontarne conseguenze personali. E lo faccio sapendo che queste scelte hanno permesso a 4200 lavoratori (ex Amia, Amia Essemme e Gesip, transitati in Rap e Reset, ndr) di avere un contratto a tempo indeterminato nonostante il fallimento di tre aziende pubbliche». Quanto a Gesap, «c’è stata un’indebita intrusione della Commissione ministeriale che sembrerebbe accodarsi a quel covo di sciacalli che volevano svendere la Gesap per venderla all’amico di passaggio. Abbiamo messo in sicurezza i conti prima in rosso». Ha difeso la stabilizzazione dei precari: «Veniamo censurati perché abbiamo provveduto ad un aumento dell’organico per stabilizzare i precari, ma è una scelta che rivendico perché il Comune l’anno prossimo non avrà nemmeno un precario».
Poi il sindaco è passato all’attacco e ha annunciato l’insediamento di una commissione, presieduta dal nuovo segretario generale, «che si occuperà di analizzare e rispondere ai rilievi della relazione del Mef. Una commissione che potrà affrontare questi temi senza i condizionamenti della struttura precedente che in qualche modo è coinvolta in questa relazione. Quando avremo tutti i risultati da parte della Commissione, mi riserverò di agire contro chiunque abbia cercato di danneggiare questa amministrazione. Chiederemo il risarcimento dei danni che qualcuno ha tentato di produrre a questa amministrazione, ma ha sbagliato. Se qualcuno – aggiunge Orlando – pensa di poter continuare in una logica elettoralistica si dia una calmata, a Palermo si vota fra 5 anni». Infine, un riferimento a un possibile matrice politica alla radice dell’ispezione: «Mi ha creato disagio vedere sulla stampa una serie di esponenti politici considerarsi e vantarsi di essere registi di questa ispezione ministeriale. Mi domando se sia possibile che qualche politico possa essere regista di un’ispezione».
A Sala delle Lapidi, prima dell’inizio dei lavori, nutrita la presenza dei consiglieri all’opposizione e, tra i più agguerriti, si confermano i pentastellatati che fin dal primo momento hanno chiesto le dimissioni del primo cittadino. «Dobbiamo capire cos’è successo nell’interesse dei cittadini – ha detto il capogruppo del M5s Ugo Forello – Se le spiegazioni di Orlando non dovessero convincerci, chiederemo le sue dimissioni. Ci sono diversi punti inquietanti di questa relazione, emerge un sistema di amministrare questa città che è oligarchico, basato soprattutto su rapporti fiduciari, anche laddove la legge prevede che questi rapporti fiduciari non debbano esserci, dalle dotazioni organiche, ai dirigenti a tempo determinato, alle partecipate. Ci sono diversi rilievi che sono stati fatti e che a nostro avviso sono difficilmente smontabili. Il sistema che emerge, e che riguarda soprattutto i dirigenti a tempo determinato, è l’aver tentato in maniera deliberata e aperta di voler trasformare delle figure apicali amministrative e di gestione in figure di fiducia del capo politico di un Comune».
A fargli eco anche il leader dei Coraggiosi Fabrizio Ferrandelli: «I punti critici sono quelli che avevamo già illustrato in campagna elettorale e dispiace trovare riscontro anche da parte del Ministero rispetto alle criticità che avevamo evidenziato sulla tenuta dei conti e dell’amministrazione. Siamo contenti di avere un’occasione pubblica in cui il sindaco sente il bisogno di dare le sue controdeduzioni al Consiglio comunale ma una vicenda del genere non si può risolvere con una seduta d’aula perchè necessita di ulteriori approfondimenti. Ne esce un Comune fragile e non così sotto controllo come si è raccontato, in cui bisogna fare attenzione ai costi del personale, in cui viene messa in discussione la liquidità di cassa come pure le procedure di selezione dei dirigenti. Ci rasserena che l’Anac abbia comunque notato un’attenzione verso la legalità e la trasparenza dei procedimenti all’interno dell’amministrazione. Ci auguriamo che il sindaco – ha concluso – voglia aprire insieme all’opposizione un’operazione di verità e trasparenza che possa traghettare il Comune fuori dalla situazione in cui si trova».