Maggioranza assente e opposizione stanca di essere definita, ironicamente, eccessivamente costruttiva. Due sentimenti diversi che portano allo stesso risultato, ovvero la mancanza del numero minimo dei presenti in aula. Un esodo di politici che coincide con la discussione di due varianti urbanistiche al piano regolatore generale
Consiglio, l’amministrazione criticata su più fronti Consigliere in aula con vassoio: «Sono chiacchiere»
Critiche all’amministrazione comunale piovono dai banchi dei consiglieri in occasione dell’ultima riunione del senato cittadino. Una seduta che termina, tra le assenza della maggior parte dei politici di maggioranza e opposizione, poco dopo le 23.30 con l’ormai consueta formula della mancanza del numero legale. Che rinvia a oggi gli ordini del giorno inevasi ieri dal Consiglio. Punti da analizzare nella giornata in cui arriva in aula il rendiconto finanziario del 2015, all’indomani di una pesante relazione della Corte dei conti di Palermo che bacchetta – ancora una volta, è il caso di dirlo – Palazzo degli elefanti. Un argomento, quest’ultimo, affrontato più volte dai consiglieri comunali durante la fase delle comunicazioni alla presidente Francesca Raciti. «Vogliamo chiarezza, una volta per tutte – dice Sebastiano Anastasi di Grande Catania – Leggendo il documento, non penso che l’attuale amministrazione possa avere più di cinque mesi di vita».
Più duro il componente di Articolo 4 Giuseppe Catalano. L’esponente del partito retto in aula da Nuccio Lombardo si presenta sul suo banco con un vassoio e un pacco di pasta. E, rivolgendosi alla giunta, annuncia: «Nel primo trovate le pregiate chiacchiere di vostra produzione. La scelta varia da quelle di pietra come i parcheggi che non realizzate, a quelle dei fiori del cimitero comunale le cui condizioni non è il caso di ricordare in quest’aula». Catalano mostra quindi un sasso e un mazzo di rose secche, per poi proseguire con un rubinetto «simbolo delle fontane che non aggiustate» e concludere con una banana poiché «siamo alla frutta», conclude il suo intervento. Sventolando la confezione di pasta che «purtroppo non sono maccheroni, cioè maccarruni».
L’interrogazione, condita dai rimproveri della presidenza che infine decide di staccargli il microfono per «oltraggio», termina con l’uscita dall’aula del politico. Che attacca: «A breve occuperò il Consiglio». Tra i sorrisi dei componenti del senato cittadino prende la parola Manlio Messina. L’intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia intende «chiarire una volta per tutte l’identità di quel professionista che abusivamente gestisce l’ufficio stampa del Comune di Catania». La segretaria generale dell’ente Antonella Liotta prende nota e con un cenno del capo promette a Messina di relazionare sulla vicenda.
E poco dopo che Lombardo fa presente a Raciti di «avere tolto la parola a un consigliere comunale accalorato per lo stato in cui versa la città», inizia con un filo di voce l’affondo del vicepresidente vicario Sebastiano Arcidiacono all’assessore al Decoro urbano Salvo Di Salvo. «Lei sa di essere l’assessore all’Urbanistica? Perché a un recente incontro che ho organizzato con i professionisti del settore edile lei non c’era mentre poi mi tocca leggere sue dichiarazioni miopi sul nuovo piano regolatore che manca», dice Arcidiacono. «Lei sa – continua, rivolgendosi al componente della giunta – i danni che si contano per l’assenza di un Prg aggiornato e per l’inerzia dell’amministrazione comunale?». Un argomento, quello del futuro urbanistico del capoluogo etneo, che ritorna nel momento in cui si arriva alla votazione di due delibere riguardanti due diverse varianti urbanistiche: la prima relativa a via Ortigara e la seconda a viale Alcide De Gasperi. Atti sui quali si registra l’esodo dei consiglieri comunali.