La visita dell'ex premier alla scuola Falcone provoca malumori tra gli esponenti di Sala delle Lapidi. Giusto Catania si augura le scuse del segretario del Partito Democratico «per i danni prodotti dalla legge 107». Il capogruppo Pd Chinnici gli risponde: «Non si faccia polemica sterile per ottenere qualche riga sui giornali»
Consiglio, la maggioranza si scontra su Renzi e la scuola Accolto il segretario Giuseppe Vella. «Lavorare in sinergia»
L’arrivo di Matteo Renzi a Palermo destabilizza la maggioranza in Consiglio comunale. La visita dell’ex premier e segretario del Partito Democratico viene contestata proprio da chi siede al fianco del Pd sui banchi di Sala delle Lapidi. È Giusto Catania, ex assessore alla Mobilità e attuale consigliere di Sinistra Comune, ad accendere la miccia. «Mi auguro che la visita di Renzi all’istituto Giovanni Falcone dello Zen di Palermo – dice Catania – possa essere l’occasione per chiedere scusa ai dirigenti scolastici, ai docenti e agli studenti per i danni prodotti dalla legge 107».
«La condizione generale della scuola italiana è peggiorata e posso affermare ciò anche sulla base della mia esperienza quotidiana di dirigente scolastico che, in una periferia geografica e sociale della città, vive questa terrificante involuzione del ruolo delle nostre istituzioni scolastiche. Non basta fare qualche comparsata dal rilevante impatto mediatico – aggiunge l’esponente di Sc – per dimostrare di volersi occupare seriamente della più importante istituzione educativa del nostro Paese. Nei nostri quartieri la scuola è spesso l’unico presidio democratico della repubblica e ogni tentativo di indebolire il ruolo pedagogico della scuola rappresenta, indirettamente, un aiuto alla criminalità organizzata e ai poteri sotterranei che vivono con fastidio l’azione delle scuole nel territorio».
Alla critica risponde, a stretto giro, il capogruppo del Pd Dario Chinnici. «Renzi non va allo Zen per fare passerella ma per ascoltare gli studenti, i genitori, gli insegnanti e il dirigente scolastico impegnati nella lotta quotidiana per affermare i principi di legalità. Le strumentalizzazioni politiche le lasciamo agli altri. Noi affrontiamo temi concreti vicini alle esigenze del territorio. Vorrei dire al consigliere Catania – aggiunge Chinnici – di lavorare insieme per lo sviluppo e il sostegno dei tanti progetti di legalità e di inclusione portate avanti dalle tante scuole di frontiera palermitane, invece di fare polemica sterile per ottenere qualche riga sui giornali».
Nel pomeriggio, intanto, regolare seduta di Consiglio comunale. Dopo l’intermezzo dedicato alla relazione degli ispettori del Mef, sono ripresi i lavori, iniziati la scorsa settimana, per approvare il regolamento per la rateizzazione degli avvisi di accertamento delle imposte comunali, che fa parte del pacchetto di delibere che la giunta Orlando vuole portare a casa per aumentare le entrate tributarie. «Questo regolamento – spiegava qualche giorno fa l’assessore al Bilancio Antonino Gentile – è un altro tassello del progetto complessivo di riforma della macchina comunale che si occupa dei tributi. Approvato il regolamento con la riduzione delle sanzioni per il ravvedimento operoso, questo nuovo regolamento è rivolto a chi ha già ricevuto un avviso di accertamento, quindi non può ricorrere al ravvedimento operoso, ma non può pagare tutto in una volta. Si può rateizzare in maniera diversa a seconda dell’ammontare del debito. È un ulteriore strumento per chi vuole mettersi in regola con il debito tributario».
A Sala delle Lapidi, poi, l’aula finalmente al gran completo ha riservato i saluti istituzionali al nuovo segretario generale Giuseppe Vella, dopo la gaffe dell’altro giorno. Vella ha assicurato «massima disponibilità a confrontarsi col Consiglio sulle problematiche che si affronteranno, è fondamentale lavorare in sinergia per il buon funzionamento della macchina amministrativa». Voglia di distendere i toni, insomma, che si è estesa anche allo stesso Renzi che durante la tappa palermitana del suo rapido tour isolano ha scelto di declinare i temi politici, parlando solamente del blitz di Forza Nuova nelle sedi di Repubblica e L’Espresso.