Giuseppe Manduca, consigliere comunale di Niscemi, ha gestito in passato un autosalone. Un ex lavoratore si è rivolto al giudice per avere il pagamento delle mensilità non versate. Non riuscendo ad attingere al patrimonio personale, ha ottenuto il congelamento delle somme derivanti dall'attività politica
Consigliere deve 15mila euro ad ex dipendente Scatta il pignoramento del gettone di presenza
Il creditore non riesce a soddisfare il proprio debito e ottiene il pignoramento dei gettoni di presenza nei confronti di un consigliere comunale. Succede a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. I debiti derivavano da un rapporto di lavoro ormai cessato. Un ex dipendente dell’autosalone di contrada Valle Niglio, di proprietà di Giuseppe Manduca, consigliere comunale, si è rivolto al giudice del lavoro di Gela chiedendo il pagamento delle mensilità non versate dall’azienda e vedendosi accogliere, lo scorso maggio, la propria richiesta.
Il giudice delle esecuzioni mobiliali del Tribunale di Gela ha riconosciuto al lavoratore la somma di 15mila euro, oltre interessi, derivanti dall’attività lavorativa svolta dal settembre 2008 al febbraio 2010, data del licenziamento. Non sono state accolte invece le richieste per il pagamento delle ferie non retribuite e del trattamento di fine rapporto. Tuttavia, nonostante il titolo esecutivo e l’atto di pignoramento, il creditore non è riuscito in nessun modo a soddisfare le richieste. Nonostante numerose ricerche catastali e mobiliari, non ha potuto attingere al patrimonio personale del consigliere eletto tra le fila della lista Niscemi democratica. Nel patrimonio di Manduca, che attualmente ricopre anche la carica di presidente della confraternita Maria Santissima del Bosco, risultano infatti solo la casa di residenza e una società di servizi che, per motivi burocratici, non è stato possibile pignorare.
Da qui la singolare idea di chiedere al Comune di Niscemi che venissero congelate le somme derivanti dall’attività politica di Manduca. A finire pignorati sono stati circa 450 euro. Casi del genere sono piuttosto rari in Italia, anche per una diatriba giurisprudenziale sulla natura del gettone di presenza, però diverse pronunce recenti hanno ammesso la possibilità di soddisfare i creditori personali dei consiglieri attingendo dalle somme derivanti dall’attività politica. Ma, considerata la cifra insufficiente per il soddisfo dei crediti vantati, si tratta probabilmente di un’azione simbolica prima ancora che economica.