Lo scorso anno la direzione Famiglia e politiche sociali aveva chiesto di votare un debito fuori bilancio per evitare ulteriori oneri da un contenzioso con la cooperativa creditrice. I consiglieri approvano, ma adesso arriva la richiesta di dietrofront: il passivo sarebbe non solo non urgente ma, pare, anche oggetto di un'opposizione della stessa amministrazione che voleva pagarlo
Comune, un debito milionario urgente che non lo era L’amministrazione al Consiglio: «C’è stato un errore»
Un debito fuori bilancio da un milione e 600mila euro – e spicci – da pagare con urgenza «al fine di evitare ulteriori oneri che deriverebbero all’amministrazione comunale in conseguenza del protrarsi del contenzioso». Approvato dal consiglio comunale, ma mai pagato. E che forse nemmeno esiste. È il paradosso nato questa mattina al Comune di Catania, con una nota dell’amministrazione che fa sapere ai consiglieri che potrebbe essersi verificato un piccolo errore nella delibera da loro votata a maggio 2014. E che approvava il pagamento del debito nei confronti della cooperativa Villa Serena, su richiesta della stessa amministrazione, perché urgente. Adesso, invece, con un documento di ieri, gli uffici del Comune fanno sapere al consiglio che quel debito non solo non rientra tra quelli urgenti, ma non è liquidabile e potrebbe non esistere nemmeno. Perché l’amministrazione – la stessa che ne ha richiesto il pagamento – nel frattempo si sarebbe anche opposta. Un cortocircuito che ha fatto arrabbiare e preoccupare i consiglieri, che non sanno quanto costerà loro questo errore conto terzi.
Tutto comincia lo scorso anno quando Marco Petino, avvocato della direzione Famiglia e politiche sociali del Comune etneo, invia al consiglio comunale una proposta di deliberazione. Oggetto: l’approvazione del pagamento di 1.660.791,14 euro nei confronti della cooperativa che si occupa di «inserimento presso strutture residenziali di anziani privi di supporto familiare ed in situazione di disagio economico». Tra gli ospiti ci sono anche persone disabili, le cui rette dovrebbero essere in tutto o in parte a carico del Comune. Ma l’ente catanese sarebbe stato indietro con i pagamenti dal 1998 al 2007 e per questo la cooperativa provvede a un decreto ingiuntivo. Così Petino chiede al consiglio comunale di approvare il pagamento del debito, per chiudere un contenzioso che rischia di diventare ancora più costoso per le casse comunali. E lo fa richiamando espressamente una legge in cui rientrano quattro tipologie di debiti urgenti: tra questi, quelli stabiliti con sentenze esecutive e quelli che derivano dall’acquisizione di beni e servizi con arricchimento per l’ente.
A maggio 2014 il consiglio comunale vota la proposta dell’amministrazione e riconosce legittimo il debito fuori bilancio. Uno tra i più di cento pendenti e sottoposti ai consiglieri: considerata la situazione, nessuno ha pensato di controllare una dato fornito come certo dall’amministrazione. Da allora, però, succede qualcosa. La prima è che il debito non viene pagato. Ma non solo. «Da una rilettura degli atti allegati alla proposta di deliberazione, il riconoscimento del debito fuori bilancio, seppur oggetto di un decreto ingiuntivo, non rientra tra le lettere dell’art. 194, comma 1, del D.Lgs. 26712000 (cioè la legge richiamata da Petino per proporre il pagamento, ndr)», scrive in un nuovo documento di ieri Corrado Persico, direttore della direzione Famiglia e politiche sociali». E ancora, secondo quanto scritto da Persico, il debito sarebbe «opposto dalla direzione Affari legali». Cioè negato dall’amministrazione. Una dicitura che si ripete per spiegare come mai il debito «non sarebbe al momento legittimamente liquidabile». Per questo al consiglio comunale si richiede una nuova delibera che revochi in autotutela la precedente. Un errore che ha portato 27 consiglieri comunali – tanti erano i presenti alla seduta in questione – a votare all’unanimità un debito non urgente e forse inesistente.