C'è chi è pronto a giurare che «tutto resterà fermo finché il sindaco non avrà dall'alto garanzie sulla candidatura alle elezioni nazionali». In questo clima sospeso, la parola d'ordine è «attesa» ma per gli assessori ci sono nomi che circolano più di altri
Comune, le conseguenze della sospensione di Pogliese Giunta dimezzata tra ipotesi e corteggiamenti rifiutati
Sospeso il sindaco, resta sospesa anche l’amministrazione comunale. Era novembre quando un sms, di cui non pensava nemmeno di essere il destinatario, avvisava l’allora assessore Alessandro Porto di essere stato defenestrato. A sei mesi di distanza, e altri quattro assessori fuori dalla giunta, è chiaro che non si può più parlare di rimpasto. Se non altro perché, al netto delle voci di corridoio, mancherebbe ancora il materiale umano. L’unico subentro è stato quello di Andrea Barresi, per il resto solo saluti più o meno affettuosi. A partire da quello di Fabio Cantarella – dovuto a una sorta di effetto domino – per arrivare a quelli in fila in direzione Ars di Ludovico Balsamo (che inizialmente era sembrato un pesce d’aprile), Barbara Mirabella e Giuseppe Lombardo. Insomma, adesso sono rimasti in sei – compreso il sindaco facente funzione Roberto Bonaccorsi – e non pare che ballino l’hully gully.
In questo clima sospeso, «attesa» sembra la parola d’ordine. In primis, tutti attendono decisione del sindaco sospeso in merito alle dimissioni; c’è chi attende di conoscere i programmi dei prossimi mesi per la città; e c’è chi aspetta da tempo di sapere quando potrà fare il salto: è il caso del consigliere comunale Santi Bosco. Eletto nella lista Forza Italia in quota Pogliese, oggi è capogruppo di MuovItalia Catania e presidente della commissione Bilancio. Lui è «pronto» almeno da un anno, come aveva dichiarato a MeridioNews aggiungendo che «non dico gatto se non ce l’ho nel sacco». Che è rimasto ancora vuoto. Anche perché, stando all’edizione aggiornata del gioco delle sedie a Palazzo degli elefanti, i posti in giunta sarebbero già tutti occupati: due per la Lega e uno per gli autonomisti. Il corteggiamento di Salvo Pogliese nei confronti di Fabio Cantarella, non ha convinto l’ex assessore a fare un passo indietro. Le telefonate (almeno due tra dicembre e il mese scorso) per tentare la riappacificazione non sono andate a buon fine.
«Mi ha chiesto di tornare e, alle condizioni messe sul piatto, ho detto di no», dichiara Cantarella al nostro giornale. E non solo perché le cosiddette minestre riscaldate non sembrano piacergli. «Io avevo una missione e l’ho portata a termine – dice facendo riferimento all’appalto settennale per la gestione dei rifiuti – Adesso, per interloquire ancora con Pogliese gli abbiamo chiesto chiarezza sia sui programmi che sui tempi per realizzarli per valutare cosa ancora possa dare questa amministrazione alla città». A sentire il parere della malelingue – rigorosamente off the record – la risposta sarebbe «niente». Tra chi è vicino all’ex primo cittadino, c’è chi è pronto a giurare che «tutto resterà fermo finché non avrà dall’alto garanzie sulla possibilità di candidarsi alle elezioni nazionali». Le uniche in cui, comunque vadano le sue questioni giudiziarie legate alla vicenda della condanna per peculato per le spese pazze all’Ars, la legge Severino non si applica.
Intanto, però, dietro le quinte si assiste a qualche movimento lento. Per l’Mpa pare si sia deciso di optare per una quota rosa in giunta. A circolare da un po’ è il nome di Maria Licata, l’avvocata che ha accompagnato l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo verso l’assoluzione e che è anche a capo della delegazione del Fai di Catania. Già esclusa come papabile dai più perché «troppo impegnata nella sua professione a tempo pieno». E, così, si fa strada l’ipotesi di optare per Adriana Patella. Classe 1988, è stata eletta consigliera di circoscrizione nel 2013 nella lista Il Megafono di Rosario Crocetta. Adesso pare sia molto vicina al consigliere comunale di Grande Catania Alessandro Campisi. Insomma, una questione di equilibri che, al momento, traballano anche tra gli scranni del civico consesso. Dove a breve – seguendo la scia del Comune di Palermo – dovrebbe nascere il gruppo di Prima l’Italia, la nuova creatura di Matteo Salvini. Le riunioni sono ancora in corso ma ci sarebbero già i tre nomi su cui contare: Giuseppe Gelsomino e Francesca Ricotta rimasti soli nel gruppo gruppo Catania 2.0 dopo il passaggio di Dario Grasso al gruppo misto; ed Emanuele Nasca passato alle Lega più di un anno fa e ora tra i papabili a passare al ruolo di assessore. Oltre al suo, a circolare è anche il nome dell’ingegnera Sonia Grasso che, in passato, è stata candidata al Consiglio comunale con Raffaele Stancanelli arrivando a raccogliere oltre cinquecento preferenze.