«Pubblicità ingannevole su tutta la piazza», recita un cartello di pericolo, apparso in cinque dei maggiori punti di ritrovo cittadini: piazza Cavour, piazza Michelangelo, piazza Trento, piazza S.Maria di Gesù e piazza dei Martiri. Autori i membri del collettivo di street artist Res Publica temporanea, non nuovo ad iniziative simili. Ma i cartelli, piazzati proprio di fronte ai manifesti elettorali dei candidati al consiglio comunale di Catania, non sembrano aver convinto troppo i catanesi, che sono andati a votare entro le ore 12 con percentuali che fanno ben sperare sul dato di affluenza finale: il 12,04 per cento dei cittadini si sono recati alle urne, esattamente 32 mila duecentoquarantuno. Il dato è praticamente identico a quello della scorsa tornata elettorale del 2008, quando, con il 12,08 per cento, 32mila e cinquecentoventi cittadini si erano già recati alle urne. L’affluenza finale in quelle elezioni era stata del 68,20 per cento, con 183mila votanti.
Il dato è ancora più confortante se paragonato con le elezioni Politiche di febbraio quando alla stessa ora aveva votato solo l’11,84 per cento dei cittadini (29mila novecentocinquantasei votanti). L’affluenza è invece in netto calo se confrontata con quella registrata per le elezioni Regionali di ottobre 2012, quando alle ore 12 aveva già votato il 14,64 per cento, pari a 39mila centoventisette elettori. Le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana, però, si svolgevano in una sola giornata.
Ma se il sole in città, il clima non certo caldo della campagna elettorale e soprattutto gli eventi cittadini (come Etna Comics) non hanno fatto desistere i catanesi dal compiere il proprio dovere, non sono mancate le polemiche. Da registrare, oltre al clamoroso sbaglio nella stampa delle schede elettorali nel Comune di Gravina, che ha ritardato l’inizio delle votazioni di almeno 5 ore, la protesta del candidato a sindaco Tuccio D’Urso. «La par condicio è stata violata, denuncio il giornale La Sicilia», ha dichiarato D’Urso tramite una nota stampa. Il quotidiano catanese, secondo il candidato, sarebbe stato colpevole di non aver seguito con una cronaca l’evento di chiusura della sua campagna elettorale, tenutasi venerdì sera in contemporanea a quella degli altri candidati Lidia Adorno, Enzo Bianco, Maurizio Caserta, Matteo Iannitti e Raffaele Stancanelli. D’Urso ha quindi affermato di voler adire le vie legali, dopo aver dichiarato che «riportando la cronaca soltanto di tre candidati a sindaco, Bianco, Stancanelli e Caserta, si è fatta unoperazione gravissima di discriminazione».
[Foto di Res Publica Temporanea]
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