Comunali, quattro volti per la IV circoscrizione Tra emergenze sociali e parchi da riqualificare

Le ferite di uno sviluppo urbanistico impetuoso e disordinato sono tutte ancora lì, assieme alle emergenze sociali. La quarta circoscrizione, dopo la riforma del 2012, riunisce i quartieri di Cibali, Trappeto, San Giovanni Galermo e San Nullo, ma parlare di periferie, secondo molti, significa usare un’etichetta che non restituisce la complessità dei problemi sul tavolo. Alcuni dei quali, a sentire chi si candida a presiedere questa grande municipalità, sarebbero risolvibili senza sforzi poderosi, ma col buon senso e l’attenzione all’ordinaria amministrazione. Si sfidano per la poltrona di presidente della circoscrizione, finora occupata da Emanuele Giacalone, due esordienti, Antonella Nicosia per il Movimento 5 stelle e Alessia Rapisarda per la lista Un cuore per Catania di Riccardo Pellegrino, e due consiglieri di quartiere uscenti, Erio Buceti per il centrodestra di Salvo Pogliese e Giuseppe Zingale, vicepresidente uscente, per il centrosinistra di Enzo Bianco.

Erio Buceti (centrodestra)
«Orgogliosamente vicino a Pogliese da 19 anni», il 33enne avvocato, con alle spalle esperienze in politica universitaria, vuole completare un’ascesa iniziata con un anno di ritardo. Al consiglio della IV municipalità è infatti entrato solo dopo una pronuncia del tribunale amministrativo. Da allora si è tenuto sempre sul pezzo, da volto dell’opposizione. «Ho aperto anche due sedi – spiega – una a Cibali e una a San Giovanni Galermo, perché credo che un consigliere di quartiere dev’essere sempre individuabile dalla gente, senza sparire dopo le elezioni». Quello che, invece, avrebbe fatto l’amministrazione comunale. «Ѐ mancata la gestione del quotidiano, la nostra municipalità non chiede grandi opere ma attenzione su rifiuti, pulizia delle strade, manutenzione e sicurezza degli edifici comunali non utilizzati», attacca Buceti. L’inventore, peraltro, della «giunta di carta». Un’iniziativa lanciata per denunciare l’abbandono del Parco degli ulivi di San Nullo. «Ho portato lì le sagome di carta del sindaco e degli assessori, che mai si sono visti dalle nostre parti, annunciando la cosa due giorni prima – racconta divertito il consigliere di Forza Italia – e quando siamo arrivati lì, guarda caso, abbiamo trovato gli operai della scerbatura». Per fermare il degrado, secondo Buceti, serve «la presenza dello Stato» nei quartieri attraverso uffici, servizi e luoghi d’aggregazione sociale da aprire recuperando le strutture pubbliche dimenticate: «Ci vuole il commissariato di polizia di cui si parla da anni, ma anche aree verdi e centri come i consultori, coinvolgendo i servizi sociali». Venisse eletto presidente, la prima cosa che farebbe è «un intervento radicale sulla pubblica illuminazione, devastata da guasti mai risolti, furti di rame e zone dove non è mai arrivata». 

Antonella Nicosia (Movimento 5 stelle)
La campagna elettorale la vive senza sottrarre tempo al figlio di 14 mesi. Con idee chiare e fiducia granitica nel progetto di cambiamento proposto dal Movimento di cui è attivista, adesso in un ruolo di rilievo. Antonella Nicosia, 32enne pedagogista, si richiama a un concetto chiave: la partecipazione. «Alla municipalità porteremo le proposte dei cittadini, come abbiamo già fatto con il nostro programma aperto, che raccoglie le idee che ci presentano ai gazebo», spiega. La pentastellata vuole recuperare il ruolo di «anello di congiunzione» fra Comune e quartieri dell’organismo circoscrizionale: «Sempre spingendo la gente a partecipare attivamente, perché le cose che non vanno sono sotto gli occhi di tutti». A Nicosia sta più a cuore «il rilancio dell’assistenza sociale e lo sviluppo di strutture pubbliche come le biblioteche». In cantiere c’è anche il progetto Catania città amica dei bambini. «Ma prioritario è il recupero del verde pubblico, a partire dal Parco Gandhi e dal Parco degli ulivi cercando soluzioni per affidare la gestione direttamente ai cittadini».

Alessia Rapisarda (Un cuore per Catania – Pellegrino sindaco)
Diciannove anni e un diploma ancora da conseguire. «Subito dopo la sfida delle elezioni mi butterò in un’altra bella prova come gli esami di stato», preannuncia sorridendo senza temere di trovarsi dentro qualcosa di troppo grande per la sua età. Alessia Rapisarda ha accettato la complicata campagna elettorale per la IV municipalità «perché prima di tutto conosco molto bene Riccardo Pellegrino, è un bravo ragazzo che non cerca le luci della ribalta, credo nel suo progetto». Cioè la lista civica lanciata dal discusso consigliere comunale dopo la rottura con Forza Italia. Le polemiche, per Rapisarda, non hanno importanza: «Mi interessa lavorare per quartieri come San Giovanni Galermo, di cui è originaria la mia famiglia». Va fermato l’abbandono, «non solo dovuto all’amministrazione comunale ma anche ai residenti». Serve allora «sensibilizzare le persone per avere più senso civico» ma anche maggiore controllo del territorio: «Le ronde dei cittadini sarebbero una buona idea, credo piacerebbero a molti». La sorella più grande, Debora, è candidata invece al Consiglio, sempre al fianco di Pellegrino.

Giuseppe Zingale (centrosinistra)
Dopo dieci anni da consigliere di quartiere, per il vicepresidente di municipalità uscente Zingale è finalmente arrivata la grande chance. «Bianco mi ha chiamato e mi ha detto “puoi essere tu il mio candidato”», racconta l’infermiere del pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi, «sempre in prima linea, a salvare vite». La designazione è arrivata dopo il caso delle foto che ritraevano Zingale, poche settimane fa, accanto al candidato del centrodestra Pogliese e all’ex deputato Marco Forzese, in un comitato di Diventerà bellissima, prima che questi venisse coinvolto nell’inchiesta Black job. Nulla di serio, in realtà. «Sono sempre stato di centrosinistra, ciò non toglie che possa andare ad altre iniziative pubbliche». Per Zingale quello che conta è di «essere sempre presente sul territorio», a partire dal quartiere dove è nato e cresciuto, San Giovanni Galermo. Sa di non partire da favorito – il centrodestra schiera nove liste, l’area Bianco, invece, cinque – ma ripone fiducia nel suo elettorato: «Sono le persone a decidere, sapendo che io non prometto nulla di irrealizzabile e che non sono uno di quelli che scompare dopo aver preso i voti». L’elenco delle cose da fare è comunque lunghissimo: «Prima di tutto serve migliorare la viabilità, con il progetto nord ovest per San Giovanni Galermo, poi è necessario allargare il cimitero saturo da anni – spiega Zingale – ma anche va sistemato il PalaGalermo e i tanti alloggi popolari lasciati all’incuria, dialogando con l’Iacp». Ma di tempo per le cose, in questi anni, non ce n’era? «Scapagnini e Stancanelli hanno lasciato un sacco di opere in sospeso, non si poteva fare tutto in cinque anni. Noi abbiamo iniziato, ad esempio recuperando il parcheggio scambiatore di San Giovanni Galermo che era totalmente abbandonato. Ci vuole il secondo mandato di Bianco per completare il lavoro».


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