La Lega corre per la prima volta alle Amministrative catanesi e schiera un aspirante consigliere proveniente dalla repubblica dell'Oceano Indiano. «Salvini non è contro gli stranieri», dice a MeridioNews. Gli alleati azzurri non sono da meno, dando spazio in lista a un volto di un altro dei templi induisti della città
Comunali, dalle Mauritius al sogno elettorale Babou sceglie Salvini, Rupa va in Forza Italia
«In passato ho votato per Berlusconi, adesso credo in Salvini». Dhunesshwursing Audit, da tutti chiamato Babou, sembra quasi rimanerci male quando gli si pone una domanda che per lui è superflua. Perché la sua è una scelta «naturale»: nella nuova Lega che corre per la prima volta alle Amministrative di Catania, questo mauriziano 52enne ci crede davvero. In barba a chi è rimasto spiazzato scorgendo il suo complicato nome fra i candidati consiglieri della lista che sostiene il candidato sindaco del centrodestra Salvo Pogliese. «La Lega non è contro gli stranieri, dicono solo che ci vuole più sicurezza e io sono d’accordo», dice Babou raggiunto da MeridioNews. «Ѐ una bella candidatura», commentano soddisfatti dal direttivo del partito.
Arriva così dalla città storicamente più gettonata, fra coloro che lasciano la Repubblica di Mauritius alla volta dell’Italia, forse il primo aspirante politico induista del partito di Matteo Salvini. Il senatore Toni Iwobi, insomma, è sempre più in compagnia. In città è arrivato una trentina d’anni fa e da allora non ha più voluto andarsene. In un articolo della rivista Hinduism today – magazine di taglio internazionale dedicato alla religione dei Veda – il suo nome compare fra quelli dei pionieri della migrazione mauriziana alla volta dell’Europa. Al di là delle etichette demografiche, Babou si sente assolutamente italiano e catanese. «Qui ho avuto tante opportunità e un’accoglienza unica – racconta – oggi voglio restituire qualcosa a Catania, lavorando non solo per i mauriziani ma per tutti».
Si contano alcune migliaia di mauriziani trapiantati alle falde dell’Etna. «Ci sentiamo a casa qui, c’è il mare e tanto altro che ci piace», ricorda Babou. La comunità si divide, come del resto accade nella multietnica repubblica dell’Oceano Indiano, seguendo vari culti comunque perlopiù ricompresi nell’alveo dell’induismo. Sono almeno tre le associazioni religiose che riuniscono i mauriziani della città. Babou appartiene al Geetanjali circle, un tempio indù di via Cava, a due passi dal Teatro greco-romano e da piazza Dante. E non è neppure nuovo all’approccio con la politica. Il figlio si era candidato già cinque anni fa, sempre con il centrodestra. Sia quest’ultimo che l’altro figlio – entrambi ventenni – oggi però studiano a Londra. «Sono lì già da tempo, a Catania non c’è lavoro. Potevo seguirli ma sono rimasto perché sto bene», aggiunge il 52enne, di mestiere collaboratore domestico. Sarà la possibile vittoria di Pogliese a invertire la rotta? «Lo preferisco, è il futuro così come Salvini che è il futuro della destra», risponde Babou senza però lanciarsi nella polemica verso l’amministrazione uscente: «Anche Bianco ha fatto cose buone, ma comunque preferisco Pogliese», conclude evitando di confondere le idee agli elettori.
Mentre il centrosinistra candida il vice imam della Moschea di Catania Ismail Bouchnafa, alla folta rappresentanza mauriziana non dovrebbe attingere solo la Lega. Ma si resta comunque nell’alveo del centrodestra. Soonita Randhay accosta fiera il suo volto al logo di Forza Italia. «Dopo tutto questo tempo è arrivato il momento di fare qualcosa per questa città», dichiara. L’aspirante consigliera vive a Catania da almeno trent’anni e lavora in una scuola. Per lei non c’è un vero e proprio tempio di riferimento. I suoi fac simile online sono diventati asssi popolari: «Barra il simbolo e scrivi Rupa», cioè l’appellativo attraverso cui la conoscono in tanti.