Il candidato sindaco civico si mostra determinato ad andare fino in fondo. Una coalizione ampia sembra ormai abortita, ma il simbolo Ѐ Catania sulla scheda ci sarà. Avanzando un progetto amministrativo lungo 15 punti d'impronta chiaramente progressista, centrato su legalità, solidarietà e trasparenza
Comunali, Abramo non molla e presenta programma Questione morale, più differenziata e Playa liberata
Si articola su 15 punti il programma amministrativo che oggi Emiliano Abramo ha reso pubblico. Il docente tiene duro e resta candidato sindaco, malgrado la ridda di voci e posizionamenti intorno al suo progetto politico abbia rischiato, più di una volta, di assestargli colpi fatali. Prima i contatti trasversali con l’idea di indebolire il centrodestra di Salvo Pogliese e, soprattutto, il centrosinistra del sindaco Enzo Bianco. Poi l’odi et amo con la sinistra di Liberi e uguali e dei Cento passi di Claudio Fava. Forze al loro interno parcellizzate fra chi Abramo lo vuole, come da poco ufficializzato da Sinistra italiana, e chi ha immaginato candidature diverse dal capo della comunità di Sant’Egidio, come l’ipotesi Niccolò Notarbartolo. Dopo tre mesi da candidato, la nascita di una vera e propria coalizione sembra ormai abortita, ma sulla scheda il simbolo Ѐ Catania ci sarà. Da ultimo, ci si è messo pure l’ex governatore Rosario Crocetta – che dovrebbe schierare con Abramo suoi uomini – lanciando sul quotidiano La Sicilia l’idea di una reunion in extremis con Bianco perché «non è più tempo di divisioni». Invito che Abramo ha gentilmente declinato.
Al netto degli equilibri partiti, l’impronta
chiaramente progressista della proposta civica di Abramo non lascia indifferente quei settori dell’elettorato. Forse avendo ben chiaro il concetto, il docente ha tratteggiato un programma che «s’ispira ai valori della cooperazione, dell’innovazione sociale, della solidarietà e dell’antimafia». Al primo posto, inoltre, c’è la «questione morale», vero e proprio cavallo di battaglia di Abramo. Fin dagli esordi di una campagna – dagli avversari tacciata di giustizialismo – che ha provato a marcare la differenza «etica» che ci sarebbe fra Abramo, Pogliese, sotto processo per presunto peculato, e Bianco, la cui amministrazione da ultimo ha affrontano la bufera giudiziaria dello scandalo rifiuti. «Occorre restituire alla città la trasparenza nei processi decisionali – annota Abramo – così da comprendere con chiarezza chi decide cosa e in che modo».
«Legalità, competenza, onestà e trasparenza – ha spiegato Abramo – non possono più essere
semplici slogan ma devono diventare il motore del cambiamento nella nostra città». Un processo che passa, fra le altre cose, da una «dimensione di sicurezza reale e partecipata» da portare nel centro storico, attivando la zona a traffico limitato mai realmente partita. Per le periferie, invece, prioritaria è la cura degli spazi pubblici, «consegnandola a comitati di cittadini» e la «cura della dimensione culturale e sociale di ogni quartiere, al fine di valorizzarne le specificità».
La prima emergenza che figura è poi la gestione dei rifiuti: la raccolta differenziata va estesa a tutta la città ridonandole «una condizione di dignità e pulizia». Dal decoro si passa alla riqualificazione urbana da programmare attraverso il nuovo Piano regolatore generale: «Basta all’era delle varianti urbanistiche, serve una visione d’insieme alla città», scrive Abramo. Corposo anche il capitolo dedicato al mare «da restituire alla città»: il porto, dirottando il traffico commerciale su Augusta, dovrà diventare esclusivamente turistico, mentre più a nord via libera all’interramento della ferrovia e al piano Waterfront. C’è spazio anche per una proposta sul futuro della Playa: «Liberare la spiaggia a sud del porto per creare un unico spazio pubblico balneare».