La punta centrale del 2000 proveniente dalla Primavera granata con cui in questi mesi ha realizzato in campionato due gol in otto presenze arriva a titolo definitivo. Il classe 2001, invece, rientra al Sassuolo. Fumata nera, intanto, per il centro sportivo in città
Colpo last-minute, preso Lucca dal Torino E il difensore Bechini saluta i rosanero
Un Lorenzo parte, un Lorenzo arriva. Chi saluta, nelle battute conclusive del mercato invernale, è il difensore 2001 Bechini del quale il Palermo ha ufficializzato la risoluzione anticipata del prestito dal Sassuolo («Ringrazio Palermo per questi mesi vissuti in questa fantastica città – ha scritto su Instagram il jolly difensivo mai impiegato in questi mesi da Pergolizzi – i tifosi che mi hanno dimostrato sempre affetto, ringrazio la società e soprattutto i miei compagni di squadra che sono diventati la mia seconda famiglia. Sarò per sempre un tifoso rosanero»). Varca la soglia rosanero invece Lucca, attaccante classe 2000 proveniente dalla Primavera del Torino con la cui maglia nella prima parte di questa stagione ha collezionato 8 presenze in gare di campionato condite da due gol. E’ una punta centrale (è alto 190 centimetri) ed è stato acquistato a titolo definitivo.
La squadra, intanto, questa mattina al Tenente Onorato ha proseguito con una seduta dedicata soprattutto agli schemi su palla inattiva la preparazione in vista della gara interna di domenica con l’FC Messina. Tema caldo dell’attualità rosanero in aggiunta ad importanti questioni extracampo come ad esempio il centro sportivo. Argomento affrontato ieri mattina a Palazzo d’Orleans dalla società (rappresentata nel caso specifico dall’amministratore delegato Sagramola e dall’avvocato Mazzarella) nel corso di una riunione a cui hanno partecipato in tutto diciannove ‘soggetti’ tra cui la Soprintendenza e ovviamente la Regione, ente direttamente coinvolto dato che i terreni su cui il Palermo aveva focalizzato l’attenzione, ovvero l’ex campo rom e la zona adiacente all’Ippodromo, appartengono al demanio regionale.
Il summit è terminato con una fumata nera. Il club presieduto da Mirri, nonostante la volontà delle parti di arrivare ad una soluzione condivisa, ha preso atto che sono ridotte al lumicino le speranze di realizzare la struttura in città e che, di conseguenza, non resta che emigrare in provincia. L’area individuata in un primo momento, al di là di complicazioni dovute a tempi burocratici incompatibili con le esigenze della società, non può essere presa in considerazione a causa di vincoli ambientali.