Cognata, l’uomo dei due Teatri

Tra un spettacolo che salta e un maestro che va via sbattendo la porta, al Teatro Massimo di Palermo debbono pure trovare il tempo per risolvere il problema della sala da ballo. La storia è vecchia. Il ‘quarto livello’ del Teatro del Basile – dove dovrebbe trovare posto la sala per il corpo di ballo – è in ristrutturazione ‘eterna’. Nel senso molto siciliano delle ristrutturazioni: si sa quando iniziano, ma è impossibile dire quando finiranno (in genere mai). Cosicché il corpo di ballo del Massimo utilizza una sala del Teatro Politeama Garibaldi.
Stando ai documenti da noi consultati, c’è un’intesa sottoscritta ai tempi in cui presidente dell’Eaoss (Ente autonomo orchestra sinfonica siciliana, oggi Findazione orchestra sinfonica siciliana)  era l’onorevole Alberto Alessi. Il cartegggio si arricchisce di due note, entrambe del 2004. Quando, sostanzialmente, i vertici del Teatro Politeama fanno sapere ai vertici del Massimo: ci risulta che dalle vostre parti i ‘restauri’ sono finiti. Che fa, sloggiate? Risposta dei vertici del Massimo del tempo: che dite cari cugini, dalle nostre parti i lavori-appalti per il quarto livello vanno avanti: e andranno avanti chissà per quanto tempo ancora. Quindi…
Morale: il corpo di ballo del Teatro Massimo continua a provare nella sala da ballo del Teatro Politeama. Fine della storia? No, semmai inizio dell storia. Perché, a quanto pare, dalle parti del Teatro Politeama sarebbero un po’ stufi di dare ospitalità ai ‘cugini’ del Massimo ‘a gratis’, come si dice dalle nostre parti. Così – e questa è cosa già nota, riportata dai mezzi di informazione – avrebbero presentato il conto. Che fino a qualche mese fa ammontava a circa 177 mila euro (3 mila euro al mese calcolati dal 2001 a qualche mese fa, oggi il ‘debito’ del Massimo verso il Politeama ammonterebbe a circa 200 mila euro ).
Ai ‘cugini’ del Massimo il conteggio non è andato a genio. Dalle parti del Teatro lirico, infatti, pensano che l’accordo del 2001, rinnovato nel 2004, sia una sorta di patto tra ‘gentiluomini della musica’. Della serie, ci aiutiamo a vicenda e non parliamo, per carità, di vil denaro… Dalle parti del Politeama Garibaldi, però, ribattono che i ‘cugini’ non possono pensare di utilizzare una sala da ballo dal 2001 senza aver mai pagato un centesimo di euro. Anche perché, si sa, quando la crisi – come la guerra – arriva, beh, arriva per tutti.
In questa incredibile storia del “dammi i soldi” e “no, non te li do”, sapete che è successo? Che hanno messo in mezzo Antonio Cognata. Sì, proprio lui, il sovrintendente del Teatro Massimo che è stato nominato dal Comune di Palermo consigliere di amministrazione della Foss, la già citata Fondazione orchestra sinfonica siciliana. Foss che gestisce il Teatro Politeama. In pratica, Cognata è diventato anche amministratore della Fondazione che gestisce il Teatro Politeama Garibaldi. Cosicché Cognata, in questa storia, si trova diviso a metà: una metà (versione sovrintendente Teatro Massimo) dovrebbe pagare il debito; l’altra metà (versione Teatro Politeama Garibaldi) dovrebbe ricevere i soldi. Che dovrebbe fare Cognata? Prendere i soldi da una tasca e infilarseli nell’altra tasca? La verità è che certe cose non dovrebbero succedere, perché un uomo – soprattutto amministra due Teatri – non dovrebbe mai essere, contemporaneamente, creditore e debitore di se stesso. In algebra avremmo un’elisione. In questo caso avremmo, anzi c’è un bel casino.
In tutto questo ci si mettono pure i sindacati. Che vogliono questi? Sono andati a fare il sopralluogo – che Dio li perdoni! – nella sala da ballo del Teatro Politeama Garibaldi. E che hanno trovato? Problemi. Da qui un’altra ‘turilla’. Sentite cosa scrivono: “Dopo il sopralluogo, effettuato dagli scriventi, presso la sala ballo del Teatro Politeama in data 12/09/2011 per una valutazione dello stato dei luoghi di lavoro, è stata constatata la precarietà igienico-sanitaria in cui sono costretti i lavoratori del corpo di ballo a svolgere la loro prestazione professionale”.
E ancora: “A causa dei lavori di restauro in corso, sulla facciata posteriore del teatro, sono state sigillate le finestre del locale in oggetto per evitare infiltrazione di polvere. Visto che gli attuali aspiratori non risultano sufficienti a garantire un ottimo ricambio d’aria, le finestre sono l’unico mezzo che permettono un ingresso d’aria regolare e uniforme. In attesa di provvedimenti sostanziali atti a garantire i requisiti minimi di sicurezza sui luoghi di lavoro, si ritiene indispensabile intervenire con urgenza per rendere apribili le finestre in modo da chiuderle solo quando necessario”.
Insomma: al Teatro Massimo, quarto livello, i ballerini non possono provare perché i restauri, da quelle parti, hanno in carattere dell’eternità; ora anche la sala da ballo del Teatro Politeama dà problemi. Scrivono impietosi i sindacati: “Inoltre si comunica che i locali bagni, docce e spogliatoi versano in totale abbandono relativamente a manutenzione ordinaria e straordinaria nonché di pulizia straordinaria”.
Riassumendo, dalle parti del Politeama la manutenzione lascerebbe un po’ a desiderare. “A tal proposito – leggiamo sempre nella nota – non avendo ricevuto nessun riscontro alla nota RLS del 14 Ottobre 2010 con la quale si sottoponeva all’attenzione tanti aspetti che possono creare rischi e pericoli, si ribadisce che tutti i locali del teatro soffrono sempre più della totale assenza di manutenzione. In particolare i locali bagni e docce (dove esistenti) necessitano di interventi di manutenzione e pulizia. Si è venuto a conoscenza della disponibilità da parte dell’ufficio tecnico a provvedere per la sistemazione del locale docce dedicato al reparto macchinisti ma ad oggi non si è avuta nessuna comunicazione.
Certi di un Vs sollecito riscontro, porgiamo distinti saluti”.
Certi, aggiungiamo noi, che in questi Teatri di Palermo un po’ di confusione c’è… O no?

 


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