L’onorevole Antonello Cracolici, questa volta, ci ha deluso davvero. Grazie alla sua faccia rubiconda e simpatica, gli avevamo quasi perdonato di avere trascinato il Pd nel vortice della strana alleanza con il governo Lombardo. Ma questa volta no, non può passarla lisca. All’improvviso, oggi, ha chiesto che si vada presto ad elezioni. All’improvviso, oggi, ha sentito il peso di una alleanza con un governatore che, alla fine, ha solo piccoli ma sinceri problemi giudiziari.
Facezie.
Che succede? Fosse estate, penseremmo ad un colpo di sole. Invece no, quasi piove a Palermo. Col voto di stanotte su bilancio e finanziaria si è consumato lultimo atto di questa legislatura. Andare avanti così per un anno è impensabile, sarebbe un logoramento per tutti, ha tuonato Cracolici.
Ma come? Ora che in Sicilia va tutto così bene dobbiamo chiudere questo straordinario esperimento di governo? Ora che l’acqua è pubblica, la sanità funziona, il sistema di smaltimento rifiuti è perfetto, gli agricoltori siciliani sono felici e contenti, il Pil siciliano è in crescita, i fondi europei tutti spesi, i soldi della formazione professionale distribuiti a partiti e sindacati, ora che persino il bilancio è approvato che facciamo, sbaracchiamo tutto?
Incredibile. Onorevole Cracolici, ragioni: cosa vuole che sia un governatore indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato dinnanzi alla nuova età dell’oro della Sicilia? O forse sta pensando al prossimo 30 aprile? Non ce lo dica, onorevole, non ci possiamo credere. Le sembra brutto andare a commemorare il trentennale dell’assassinio di Pio La Torre con Lombardo? Non ci pensi, onorevole: tutto fa brodo. Soprattutto nel suo partito, il Pd siciliano. Dove la morale e l’etica sono state abolita con decreto legge. Guardi le primarie del 4 marzo a Palermo, fulgido esempio di legalità e di cristallina correttezza…
In fondo chi dovrebbe dirle qualcosa se lei continua nel ‘lombardeggiamento’? Il suo partito – il partito dal quale proviene, il Pci – nel consociativismo ci si è rotolato per cinquant’anni. Stavano fuori e stavano dentro: c’erano e non c’erano, nei governi democristiani: ora sì, ora pure, ora sì ora pure… Anzi, governavano dall’opposizione. Con Salvuccio Lima. Quello che quando la pentola bolliva, doveva bollire per tutti… Ah, che tempi! Lei era ragazzo, queste cose non se le può ricordare. Noi sì che ce le ricordiamo. Tutto, ci ricordiamo. Anzi a lei e all’onorevole Giuseppe Lumia un monumento vi devono fare: se non altro perché siete entrati al governo dalla porta di servizio, altro che restare fuori ad aspettare le ‘molliche’.
Quanto ai democristiani del vostro partito, che vi debbono dire? Intanto la metà di questi li avete riempiti di corsi di formazione professionale. E chi è con il boccone pieno, a meno che non somigli a un celebre corvo, di solito sta zitto. Quanto agli altri, tranquilli: il migliore, da quelle parti, ha la rogna.
A meno che lei e Lumia non abbiate deciso di ricollocarvi. Magari a sinistra. Magari nell’antimafia e nella legalità. Insomma: via Lombardo, ormai ‘usato’, una bella doccia, camicia pulita e cravatta austera. Ci commemoriamo La Torre, ridiventiamo alfieri della ‘legalità’ e poi, magari, un bel patto con il senatore Giovanni Pistorio, che ormai ha superato il complesso di Cesare. Ci facciamo un bell’accordo con il centro, anzi centrosinistra. Con l’Avviso 20 in tasca le elezioni regionali una passeggiata saranno…
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