Il Comune getta la spugna sulla Chimica Arenella, inserita nel piano dei beni da alienare di proprietà dell’amministrazione di Palazzo delle Aquile. La motivazione? Troppe le risorse necessarie per la riqualificazione del bene. A spiegarlo è l’assessore alla Rigenerazione Urbana Emilio Arcuri, che ammette: «Nonostante lo studio di fattibilità siamo rimasti indietro, lo dico anch’io. Avanti, ulteriormente, non si è potuto andare, non c’era futuro – spiega il componente della giunta – Per questo motivo abbiamo pensato col sindaco di metterla nel piano dei beni da alienare».
Adesso bisognerà attendere se arriveranno le manifestazioni di volontà all’acquisto da parte di chi vorrà accollarsi gli oneri per la riqualificazione del bene, come è ancora Arcuri a spiegare: «Verificheremo se ci sono imprenditori privati che vogliono venire qui a investire e comprare in tutto o in parte la Chimica Arenella – dice l’assessore, che ritorna sull’impossibilità per l’amministrazione di rendersi partecipe in prima persona del rilancio – Ormai per noi i costi sono insostenibili. Abbiamo una quantità enorme di beni e una quantità di risorse limitate per la loro manutenzione, tali che non sono in rapporto con quelle che servono per la Chimica Arenella».
Da tempo, ormai, il bene inserito nel piano delle alienazioni versa in stato di totale abbandono: un polo industriale sul mare tra l’Arenella e Vergine Maria che nei primi del Novecento, subito dopo la sua costruzione, rappresentava una delle eccellenze a livello internazionale nell’industra chimica. Ospitava, tra le altre, la più grande fabbrica di acido citrico d’Europa. Chiusa dal 1965, nonostante i vani tentativi di rilancio dell’area, i 14 edifici che la costituiscono – tra case e capannoni – versano nel degrado, tra rifiuti urbani e industriali. Oggi L’ex polo industriale, in rovina dalla fine degli anni ’60, è terra di nessuno. In passato è stata anche un vero e proprio lager per cani abbandonati.
Durante le diverse tornate elettorali la Chimica Arenella è stata al al centro dei programmi delle varie compagini politiche che si sono candidate a governare la città. Adesso la palla passa in mano ai privati, in attesa di sapere se qualcuno deciderà di ‘sporcarsi le mani’.
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