Chi passa da via Montepellegrino si domanda quale sia la storia di quel piccolo edificio sacro che sembra emergere per metà dal terreno. Dove le leggende e l'antico pregio artistico si scontrano con la realtà fatta dalla coppa del mondo di calcio giocata in Italia, i ricordi dei residenti e il saccheggio. Guarda le foto
Chiesa Jesus Parvulo, mistero di Palermo Isolata tra i rifiuti dopo i mondiali Italia ’90
Chiunque si trovi a passare da via Montepellegrino, a Palermo, non può non essere incuriosito dal misterioso campanile che sembra svettare sospeso nel nulla. Solo guardando attraverso le vecchie inferriate si nota la presenza di un edificio sacro che sembra riemergere dal terreno accanto al mercato ortofrutticolo. È la chiesa del Bambin Gesù, oggi coperta quasi del tutto dal verde e punto di conferimento dei rifiuti per chi lavora al mercato ortofrutticolo. Ma non è sempre stata così. Un tempo ricca di decori marmorei e dipinti di pregio, è stata resa inaccessibile all’indomani dei lavori per i mondiali di calcio di Italia ’90. Perché, tra le diverse operazioni di riqualificazione urbanistica necessarie all’accoglienza della manifestazione, c’è stato il raddoppio della carreggiata di via Montepellegrino, oggi divenuta una delle principali arterie del capoluogo siciliano. Così, dove prima c’era la scalinata che conduceva all’ingresso della chiesa – sei metri sotto il livello stradale – è stato fatto passare un fiume di asfalto. «Era bellissima, fatta di ciottoli, come il sentiero che porta al santuario di Santa Rosalia, e tutto intorno c’era un giardino – ricorda un’anziana residente – Sulla destra c’era una grande Madonna e il pozzo profondo dove cadde un bambino».
La chiesa del Bambin Gesù (o Jesus Parvulo o chiesa del Canuzzo) è stata edificata nella seconda metà dell’800 su una cappella preesistente. Tra le diverse leggende che circolano sulla genesi di questo piccolo capolavoro abbandonato, la prima data la sua costruzione nel 15esimo secolo. Quando un bambino, caduto in una grotta, viene salvato grazie alla segnalazione di un cagnolino. Un’altra storia, del 12esimo secolo circa, vuole che a rendere sacro la grotta sia stato il passaggio di Rosalia Sinibaldi, santa patrona della città, durante il percorso verso monte Pellegrino. Da un altare prima e una cappella poi, la chiesa viene ingrandita e decorata nel 1895 quando vi vengono trasferiti altari barocchi e altri orpelli recuperati da una chiesa demolita durante il risanamento del centro storico di Palermo.
Nel dopoguerra, il luogo di culto viene del tutto abbandonato. Dopo molti anni, vandali e ladri approfittano della mancanza della «più elementare manutenzione» per portare via arredi e parti decorative della struttura. Lo storico Rosario La Duca documenta una chiesa in perfetto stato fino agli anni ’60. «All’interno, nella parte ingrottata, è ricavata l’abside dove si trova l’altare maggiore in stile barocco realizzato con marmi policromi, sopra il quale sta un dipinto settecentesco su ardesia raffigurante Gesù Bambino con un Angelo. Altri quattro altari in marmo dello stesso stile sono nelle pareti laterali, e sempre in marmo sono due belle acquasantiere». Un testimone descrive la chiesa come «intatta fino ai lavori per i mondiali. In fondo c’era una grotta con dei sedili di pietra – racconta -, purtroppo mi impedirono di scattare foto. Di colpo, un giorno, la chiesa prese fuoco. È pensiero comune che sia stato un incendio doloso per coprire le tracce di un saccheggio. Hanno poi espropriato case e terreni senza alcun criterio e senza completare il vero piano, dimenticandosi da allora dell’intera zona».
Il primo sequestro viene disposto nel 1997, ma revocato grazie all’intervento della Curia che presenta un massiccio piano di restauro, mai concretizzato. Dallo scorso maggio, ciò che resta della chiesetta dedicata a Jesus Parvulo è nuovamente posto sotto sequestro dal pm Daniela Varone e dal procuratore Leonardo Agueci perché pericolante. Una situazione che segrega ancora di più l’edificio nello stato di degrado in cui versa. «È diventata una discarica – afferma Marco Frasca Polara, presidente della XIII circoscrizione -. Ma è della Curia e, rispetto al sequestro, non c’è nulla da fare. La situazione è ferma».