La guerra da combattere sarà quella contro la devastazione portata dai roghi che l’estate scorsa ha selciato i boschi siciliani. A chiamare tutti a raccolta è stata Chiara Trifilò, presidente dell'associazione dopo il desiderio del suo piccolo Giorgio
Chiarìa: come rinverdire Monte Ilice
Una chiamata alle armi per un esercito di guerrieri della terra impegnati in una guerra di bellezza e natura che si combatterà domenica 17 ottobre sul Monte Ilice, ai piedi dell’Etna durante l’evento Bombardiamo di semi Monte Ilice. Piantare alberi e piante per rinverdire il monte.
A chiamare a raccolta associazioni ambientaliste, società civile, famiglie e bambini, scuole e realtà educative all’aperto, terzo settore, mondo scientifico, rappresentanti dell’ente parco, è stata la vulcanica Chiara Trifilò, presidente dell’associazione Chiarìa – associazione di promozione sociale che, a partire da un desiderio espresso dal suo piccolo Giorgio durante una notte agostana illuminata dalle stelle cadenti, ha deciso che non poteva stare a guardare e lasciar credere al suo bambino che nulla si può fare contro ciò che minaccia la terra e il futuro degli adulti di domani. Un desiderio che si è subito trasformato in un’idea e che, attraverso la potenza delle reti, umane e virtuali, promette di diventare un evento imponente di “riforestazione”. Una sorta di guerrilla gardening tra i boschi di Monte Ilice.
Ma andiamo con ordine e vediamo com’è nata l’idea e l’appello di Chiarìa, associazione giovane e vitale che ha fatto della visione biocentrica della vita il suo focus, portando avanti iniziative ed esperienze di educazione alla sostenibilità connesse alla Biofilia, ovvero la naturale predisposizione biologica di affiliazione con gli altri esseri viventi. «Tutto è iniziato con una stella cadente – racconta Chiara – La notte del 12 Agosto ero sdraiata su una radura vicino all’osservatorio astronomico etneo a guardare il passaggio delle Perseidi. Strada facendo, con mio marito, il nostro bambino di 4 anni e il nostro neonato, avevamo assistito sgomenti all’incendio di Monte San Leo. Giorgio mi dice: “mamma, non voglio che bruciano interi paesi”. Penso che i miei figli hanno il diritto di crescere pensando che il mondo è un luogo meraviglioso e che loro possono qualsiasi cosa. Così gli dico “sai cosa voglio fare da grande? Voglio salvare gli alberi e tu? Voglio salvare la foresta amazzonica. Una scia luminosa attraversa il nostro cielo proprio in quell’istante».
E così quel desiderio apparentemente espresso per caso, comincia a prendere forma. «Nei giorni successivi – racconta Chiara – comincio a studiare la questione incendi, prendo contatti, sento amici e amiche che mi dicono “dobbiamo fare qualcosa!”. Comincio a fare rete e imparo tantissimo dalle reti già attive da anni, in particolare dal coordinamento regionale Salviamo i boschi e dalla sua portavoce Maria Angela Galante. Imparo che la questione è molto più complessa di quello che pensavo. Che le piantumazioni non sono possibili sui terreni bruciati, che esistono leggi anche ben fatte ma che non vengono applicate».
E come sempre dallo studio della questione si aprono nuovi scenari. Chiara si imbatte per caso in Liborio Galbo e la sua incredibile Banca del Tempo Himerenense che ha il progetto di girare la regione per realizzare eventi dimostrativi e educativi di rimboschimento con il metodo delle bombe di semi di Fukuoka. E pensa subito che si potrebbe organizzare insieme la tappa etnea. “Penso subito a Monte Ilice come scenario dell’evento: in quei boschi organizziamo varie attività con la nostra associazione e l’incendio di quest’estate ci ha colpito moltissimo. L’idea di base è semplice: una giornata priva di retorica, piena di bambini, energia, passione, occhi luminosi, mani sporche di fango e di semi. Una giornata in cui leggere la storia di una grande quercia e fare la “posizione dell’albero”, una giornata in cui compiere la magia di diventare bosco”.
E Chiara, nel segno della condivisione che la contraddistingue, non sa tenere l’idea per sé ma decide di chiamare raccolta chiunque in questo momento si senta un vero guerriero della terra. Così, oltre alla presenza dei soci e degli amici di Chiarìa e il patrocinio del Parco dell’Etna, ha incassato l’adesione di tantissime associazioni siciliane che saranno tutte insieme, domenica 17 ottobre sotto l’unico grande cappello di “albero ergo sum”.
L’appuntamento è per domenica 17 ottobre alle 9.30 al Punto Base Casa della Capinera, Trecastagni. «Faremo bombe di semi – saranno lanciate solo sementi autoctone (roverella, Ilice, ginestra endemica e arbusti locali) – e staremo in equilibrio su una gamba, puntando le nostre dita al cielo nell’asana dell’albero. Parleremo fra di noi, ci conosceremo meglio e magari prenderemo appuntamento con i nostri doveri, per prepararci insieme alla prossima estate, per fare ancora di più affinché si eviti un inferno profondo come quello appena trascorso».
Il programma
ore 9.30 al Punto Base Casa della Capinera, Trecastagni
ore 10.00 costruzione delle Bombe di Semi
ore 12.00 Yoga bimbi e fiabe
ore 13.00 Pic nic con pranzo a sacco
ore 14.30 escursione a Monte Ilice e lancio delle bombe di semi nei terreni devastati dall’incendio.