L'archeologa e docente universitaria è stata al vertice dei Beni culturali di Caltanissetta, Ragusa e Siracusa. A settembre arriverà a Catania. Nel suo passato, le contestazioni delle associazioni e le contro-denunce della professionista che punta a unire tutela, turismo e fruizione moderna
Chi è Rosalba Panvini, la nuova soprintendente catanese Dal Muos al resort di Portopalo: curriculum e polemiche
È un lungo curriculum quello della nuova soprintendente di Catania Rosalba Pavini. E tra le tante pagine del documento figurano anche alcuni dei casi più discussi da ambientalisti e società civile. Dal Muos alla Rupe di Marianopoli, dalla vallata dell’Irminio al resort di Portopalo. «In ogni provincia in cui è stata ha lasciato il segno», commenta ironico Fabio Morreale, presidente dell’associazione Natura sicula e componente del coordinamento di Sos Siracusa. Dal canto suo, Panvini non si è mai sottratta alle polemiche: «Le associazioni sono state tutte denunciate e stiamo aspettando l’esito – dichiara a MeridioNews l’archeologa 65enne, al momento in malattia dopo un’operazione – Mi insedio ufficialmente a Catania all’inizio di settembre e prima non voglio parlarne. Ci tengo solo a dire – conclude – che io sono una delle poche persone con la schiena dritta».
Arrivata nel capoluogo aretuseo nel 2015, la funzionaria regionale vi resta fino a qualche settimana fa. L’ultima opera che porta il suo marchio è la caffetteria mobile con base in cemento armato alla piazza d’armi del Castello Maniace, nella punta estrema di Ortigia. L’area – a ridosso del complesso monumentale federiciano, sottoposta a vincolo storico-artistico – è di proprietà del Demanio dello Stato. Un bando pubblico l’ha affidata per 12 anni a una società privata per 267mila euro. «Si tratta dello spazio pertinente alla caserma Abela, oggi sede del dipartimento universitario di Architettura. Questo progetto è compatibile con la tutela dell’area ed è fatto tutto a norma di legge», puntualizzava allora la funzionaria. Lì, nelle scorse settimane, sono arrivati anche gli ispettori regionali inviati dall’assessore ai Beni culturali Sebastiano Tusa – lo stesso che ha firmato il recente trasferimento di Panvini a Catania – per esaminare le autorizzazioni rilasciate. Un finale non proprio sereno, considerata la denuncia per mobbing presentata da alcuni impiegati e l’interrogazione all’Ars del deputato M5s Stefano Zito.
«A Siracusa la ricorderemo per aver autorizzato la costruzione di una piscina privata in un terreno sopra il teatro greco, il cui cantiere ha comportato la distruzione di una necropoli greca (l’area è stata sequestrata dai Carabinieri, ndr) – dice Morreale -, per non aver sostenuto l’istituzione del Parco archeologico di Siracusa e per essere stata spesso ostile con gli ambientalisti». È sua anche l’autorizzazione rilasciata, lo scorso giugno, per la realizzazione di un resort con 18 suite e un ristorante d’eccellenza nella tonnara di Portopalo di Capo Passero e sull’isolotto con vincolo di inedificabilità assoluta. Quel progetto adesso è risultato illegittimo. «La Soprintendenza ha rilasciato esclusivamente un parere di massima per opere di restauro conservativo delle strutture esistenti, ormai in grave stato di degrado», scriveva in una nota Panvini. A portare la sua firma è anche il permesso di lavori sull’area dove c’è il rischio che venga riattivato l’ex poligono di tiro di Punta Izzo, sulla costa augustana. Lavori di «messa in sicurezza», che hanno previsto la chiusura degli accessi principali e la realizzazione di una recinzione. «Un intervento – denunciano gli attivisti del coordinamento Punta Izzo Possibile – che ha comportato il taglio della vegetazione cresciuta in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico d’inedificabilità assoluta».
Dal 2013, per due anni, Panvini è soprintendente a Ragusa. Lì viene ricordata, in particolare, «per l’approvazione di opere a mare per la difesa dell’erosione marina con scogliere artificiali e frangiflutti», elencano gli ambientalisti. Altre responsabilità elencate in un dossier, riguardano «il rilascio di un nullaosta per la costruzione a Donnafugata di uno stabilimento balneare amovibile in zona con vincolo di inedificabilità e la ricerca di idrocarburi tramite trivellazioni in terreni agricoli lungo la vallata dell’Irminio e del Pizzillo». Legambiente presenta un dossier con un’analisi dettagliata dei progetti, su cui la Soprintendenza avrebbe rilasciato pareri positivi, ritenuti «non compatibili» con gli indirizzi dettati dal piano paesaggistico della provincia iblea.
Facendo ancora un passo indietro, è a Caltanessetta che Panvini sta, dal 2004 al 2010, a capo della soprintendenza. In quegli anni a far discutere sono soprattutto l’autorizzazione per realizzare un parco eolico nella Rupe di Marianopoli, zona vincolata e sito di interesse comunitario, e il permesso a costruire quello che è stato definito «uno degli ecomostri più brutti d’Italia», un ascensore nella rocca di San Paolino a Sutera. Porta la sua firma anche il nullaosta del 2007 che ha per oggetto l’«istallazione di un sistema di comunicazioni per utenti mobili (Muos) nel sito radio Navy di Niscemi». È il documento con cui si «rilascia l’autorizzazione di massima» per la realizzazione per rispondere all’istanza dell’aeronautica militare di Sigonella. L’anno successivo, dopo aver visionato la documentazione del progetto e la relazione paesaggistica definitiva, Panvini firma per autorizzare il progetto. Due sole clausole: metodi di mitigazione compatibili con l’area tutelata e colori e materiali di finitura dei fabbricati esterni da concordare con la Soprintendenza.
Dal canto suo, Panvini ha sempre risposto alle critiche ponendo l’accento sulla necessità di adeguare la tutela del patrimonio culturale siciliano con le esigenze di una fruizione moderna e del settore turistico. Diplomata nel 1970 con il massimo dei voti al liceo classico Mario Cutelli di Catania – città della quale è originaria – nell’anno accademico ’73-’74 Panvini si laurea con lode in Lettere classiche con indirizzo archeologico. Vent’anni dopo, si specializza alle Scuola di perfezionamento in archeologia classica. Alla fine degli anni ’90 è direttrice del Museo archeologico regionale di Gela e di quelli di Caltanissetta e Marianopoli. Attualmente componente del consiglio regionale dei Beni culturali, pare che nel capoluogo etneo la neo-nominata soprintendente non si tratterrà per molto: si vocifera, infatti, di un suo possibile pensionamento già il prossimo novembre.