L'ultima foto pubblicata sul profilo Facebook di coppia li ritrae sorridenti e abbracciati davanti a un dolce di compleanno. Leonardo Fresta adesso è stato fermato dai carabinieri con l'accusa di avere ammazzato la moglie 32enne Deborah Pagano
Chi è il marito della donna uccisa in casa a Macchia di Giarre Dall’indagine per mafia alla torta con l’immagine de Il Padrino
L’ultima foto di famiglia pubblicata sul profilo di coppia su Facebook è del 16 giugno, il giorno in cui Leonardo Fresta ha festeggiato il 40esimo compleanno. L’uomo ieri sera ha chiamato il 118 per segnalare il cadavere della moglie, la 32enne Deborah Pagano, all’interno della loro casa in via Principessa Mafalda a Macchia di Giarre, nel Catanese. Dopo un interrogatorio, il 40enne è stato fermato con l’accusa di omicidio dai carabinieri che stanno indagando sul decesso della donna per cui sono state già escluse le cause naturali. In primo piano nell’ultimo contenuto social della coppia c’è una loro foto, insieme alla figlia di sette anni. Sono sorridenti e abbracciati dietro una torta: sopra la scritta Buon compleanno famigghia (con la parola “famiglia” proprio così in dialetto), c’è stampata l’immagine più iconica di Marlon Brando, nei panni di don Vito Corleone nel film Il Padrino. E la mafia, nella vita di Fresta, non sarebbe solo quella dei film.
L’uomo, infatti, oltre ad avere precedenti penali per reati contro il patrimonio, attualmente è indagato per associazione mafiosa (416 bis) nel processo scaturito dall’operazione antimafia Kallipolis contro esponenti del clan di mafia Brunetto. Il gruppo legato alla cosca affiliata alla famiglia Santapaola-Ercolano operante nella zona ionica di Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo e Giarre. C’era anche Fresta tra le 12 persone arrestate nel 2016, insieme a chi è stato accusato di avere ruolo di vertice nell’organizzazione come Pietro Carmelo Olivieri, reggente dopo la morte dello storico leader Paolo Brunetto. Nella ricostruzione degli inquirenti, oltre a rapine, estorsioni e traffico di droga tra i business del clan Brunetto ci sarebbe stato un filone riservato alla gestione della sicurezza in un alcuni locali della movida della fascia ionica specie durante l’estate.
«È rimasto due giorni sotto choc senza riuscire a capire cosa fosse successo e neppure lui sa spiegare bene il perché». Così l’avvocato Salvatore La Rosa, che assiste Fresta, ha motivato i due giorni di ritardo con cui l’uomo ha dato l’allarme agli operatori sanitari che quando sono arrivati sul posto non hanno potuto che dichiarare il decesso della vittima. «Per quello che risulta a noi – ha aggiunto il legale – la famiglia non aveva problemi e nessun contrasto c’era stato tra i due coniugi, che vivevano una relazione tranquilla». Intanto, la procura di Catania ha nominato il medico legale Giuseppe Ragazzi che effettuerà l’autopsia sul cadavere della donna. Da una prima ispezione cadaverica, l’esperto ha riscontrato delle ecchimosi sparse sul corpo della vittima. La donna, che si chiamava Catena ma che tutti conoscevano come Deborah, era originaria di Letojanni. Ed è dai suoi genitori nella cittadina in provincia di Messina, dove gestiscono un negozio di fiori sul lungomare, che si trovava la sua bambina di sette anni durante questo fine settimana. Quando la madre della vittima è stata messa al corrente di quanto accaduto, ha avuto un malore ed è stata ricoverata all’ospedale di Taormina.