Mentre la maggioranza dei consiglieri comunali di palermo (di centrodestra) medita la fuga (leggere dimissioni) per non approvare linevitabile aumento delle tasse dopo i disastri finanziari provocati dalle amministrazioni rette da diego cammarata (fuggito a propria volta circa un mese fa, lasciando al commissario straordinario, prefetto silvia latella, un bilancio con i buchi), nel centrosinistra della città prende piede una nuova candidatura: è quella di emilio arcuri (foto sotto a sinistra), già vice sindaco di palermo nelle passate amministrazioni rette da leoluca orlando, profondo conoscitore della città e con alle spalle una storia di sinistra.
Centrosinistra, spunta il nome di Emilio Arcuri
Mentre la maggioranza dei consiglieri comunali di Palermo (di centrodestra) medita la fuga (leggere dimissioni) per non approvare linevitabile aumento delle tasse dopo i disastri finanziari provocati dalle amministrazioni rette da Diego Cammarata (fuggito a propria volta circa un mese fa, lasciando al commissario straordinario, Prefetto Silvia Latella, un bilancio con i buchi), nel centrosinistra della città prende piede una nuova candidatura: è quella di Emilio Arcuri (foto sotto a sinistra), già vice sindaco di Palermo nelle passate amministrazioni rette da Leoluca Orlando, profondo conoscitore della città e con alle spalle una storia di sinistra.
Si tratta, ovviamente, di unipotesi ancora tutta da verificare. Il dato certo è che le primarie del centrosinistra di domenica scorsa per almeno la metà di questo schieramento politico sono già archiviate. Linchiesta avviata dalla magistratura con lormai accertata presenza di fatti penalmente rilevanti rende, di fatto, irrilevante, se non inutile, il pronunciamento dei garanti dello stesso centrosinistra. In pratica, se i garanti dovessero stabilire che le elezioni primarie rococò di domenica scorsa sono regolari, una buona metà del centronistra di Palermo non ne terrebbe comunque conto e presenterebbe un nuovo candidato. Chi?
La questione è aperta. Cè chi vorrebbe insistere con la stessa Rita Borsellino, che domenica scorsa, alle già citate primarie, non è stata sconfitta dallaltra metà del centrosinistra dei vari Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia, ma soprattutto da Raffaele Lombardo, da Gianfranco Miccichè e, forse, anche da pezzi di Futuro e libertà. Tutti coalizzati e concentrati nel sostegno a Fabrizio Ferrandelli per affossare la candidatura di Rita Borsellino e, quindi, per tenere in piedi il governo regionale di Raffaele Lombardo. Oltre alla candidatura di Rita Borsellino si fa anche strada la possibilità, per il centrosinistra che sta a sinistra (per distinguerlo da quello che sta con Lombardo che, invece, sguazza nel trasformismo), di fare scendere in pista il già citato Emilio Arcuri.
Ma, candidature a sindaco a parte, al Comune cè da provare a evitare il dissesto finanziario che è già nelle cose. Il consiglio comunale dovrebbe approvare laumento di imposte e tasse comunali. Un suicidio per gli attuali consiglieri comunali che dovrebbero aumentare ‘svuotare’ le tasche agli elettori e, poi, chiedere i voti agli stessi elettori. Da qui la voglia di tanti consiglieri comunali – Pdl e Terzo polo in testa – di fare marameo e di fuggire in perfetto stile Cammarata: cioè dimettendosi.
Da qui l’ipotesi, tutt’altro che remota, dello scioglimento del consiglio comunale: cosa, questa, che si concretizzerebbe con le dimissioni di 26 consiglieri comunali (la metà più uno dei cinquanta ‘inquilini di Sala delle Lapidi, sede del consiglio comunale di Palermo). Centrodestra compatto, allora? Non è detto, se è vero non mancherebbero i ‘distinguo’ (si dice, ad esempio, che Manfredi Agnello, di Grande Sud non sarebbe d’accordo).
Chi, invece, non è d’accordo è il consigliere comunale del gruppo misto, Alberto Mangano (foto a sinistra). Che ha preso carta e penna e ha vergato il seguente comunicato: Dopo la fuga di Cammarata anche i consiglieri di centrodestra pensano alle dimissioni per non assumersi le responsabilità che gli competono. A cominciare da quella di dover aumentare le tasse ai cittadini, come conseguenza del disastro amministrativo prodotto dallo stesso Cammarata e dalla sua giunta di centrodestra in tutti questi anni. Non può essere lasciato in eredità al prossimo consiglio questo oneroso carico. Se gli attuali consiglieri non vogliono assumersi questa responsabilità, dimostrano soltanto di essere complici di questo disastro e non serve la fuga per allontanare il rischio di non essere rieletti.
Personalmente – continua Mangano – non voglio fare come Cammarata, non avendo con questo individuo nessuna responsabilità da condividere, anzi voglio essere testimone di un’operazione verità che altrimenti, oscurando il consiglio comunale, sarebbe più difficile. Quello che vogliono fare i consiglieri del centrodestra – prosegue – è esattamente far calare il silenzio sui conti del Comune e provare a darsi una verginità, per potersi ripresentare agli elettori. Se questo consiglio comunale ha ancora qualcosa da dire – conclude Mangano – agisca in modo corretto e coerente alla gravità della situazione. Assuma tutti quei provvedimenti, proposti dal commissario Latella (Prefetto Silvia Latella), che oggi possono permettere di riequilibrare i conti del Comune, impedendo il dissesto finanziario che avrebbe conseguenze ancora più gravi sulla cittadinanza. E si impegni a contenere le spese, azzerando i consigli di amministrazione delle Aziende partecipate e riducendo i gettoni di presenza dei consiglieri comunali e di circoscrizione. E’ l’ultima chiamata, altrimenti si dimettano con l’impegno di non ricandidarsi.