Una parentesi di respiro per i tanti cittadini che si battono da anni per impedire la realizzazione dell’impianto, che secondo loro snaturerebbe la vocazione turistica del Comune marinaro. Un punto incassato a cinque mesi dall’approvazione della Regione
Centro rifiuti Terrasini, Tar blocca autorizzazione Entro sei mesi la sentenza definitiva sul progetto
I cittadini di Terrasini incassano il primo punto nella faticosa battaglia che li vede impegnati da mesi, ormai, contro la realizzazione del centro di stoccaggio e compostaggio dei rifiuti in contrada Paterna. Il Tar infatti per il momento ha deciso di congelare l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto ed entro sei mesi il giudice dovrà emettere una sentenza definitiva sul progetto. «È una prima vittoria del comitato Zucco-Paterna», esultano quei cittadini che più di tutti si sono esposti, in questa protesta, fondando un comitato cittadino all’indomani del via libera a sorpresa della Regione, a luglio scorso.
Un’approvazione che aveva lasciato parecchio amaro in bocca, specie a fronte delle circostanze emerse durante le numerose conferenze di servizio, negli anni, in presenza di tecnici, esperti e amministrazione comunale. Tante anche le occasioni pubbliche, dalle manifestazioni alle sedute consiliari, in cui non si è fatto mistero delle ambiguità legate al progetto dell’impianto. E che hanno portato i cittadini prima a diffidare la Regione a revocare l’autorizzazione al progetto e poi a presentare un esposto in procura. La decisione del Tar, adesso, sembra dare un po’ di respiro a un’intera collettività che da anni chiede di essere ascoltata nella sua perentoria richiesta di salvaguardare «l’ultimo polmone verde» di Terrasini, così come la sua agricoltura sostenibile e il suo turismo.
Un progetto nato, secondo gli oppositori, sotto una cattiva stella: per l’incompletezza degli elaborati e la mancanza dello studio preliminare ambientale, che sin da subito hanno impedito di esprimere osservazioni puntuali sull’idea dell’impianto. Senza considerare, poi, che la richiesta è stata fatta da una persona, ma l’assenso rilasciato a un’altra e l’autorizzazione infine concessa a una ditta che all’epoca neppure esisteva, la Edil Ambiente. E poi la certificazione antimafia, l’assenza dell’azienda in white list e il luogo prescelto per l’eventuale realizzazione, entro il cui raggio, a meno di duecento metri, si trovano abitazioni e aziende agricole biologiche di pregio. «Non vogliamo rifiuti, vogliamo turismo», hanno sempre chiesto a gran voce i cittadini di Terrasini, nella speranza che ad avere la meglio fosse il rispetto della vocazione del Comune marinaro. Istanza che forse qualcuno inizia adesso a tenere davvero in considerazione.