Probabilmente il Castagno dei cento cavalli c’era già quando sono stati inventati i numeri. C’era sicuramente mentre gli Stati Uniti dichiaravano la loro indipendenza e mentre la Francia viveva il periodo del Terrore. Il castagno c’era prima di Sant’Agata e prima che fosse fondata Catania. Ha visto la lava scendere giù a valle colpendo la città etnea nel 1669 e vibrò quando il terremoto del 1693 distrusse tutto il sud-est siciliano. C’era prima di molte cose che ci sono oggi, anche prima di Andreotti.
Il castagno dei cento cavalli è il castagno più antico d’Europa, si stima che possa avere tra i duemila e i quattromila anni. Si trova nel comune di Sant’Alfio all’interno del parco dell’Etna, e negli anni ha attirato l’attenzione di botanici, viaggiatori, scrittori e regine. Le più antiche tracce dell’interesse verso questo albero, che fa parte del patrimonio monumentale italiano, risalgono al 1600. Prima che venisse espropriato e dichiarato monumento nazionale, il Castagno ricadeva all’interno di tenute di proprietà di nobili famiglie locali e veniva spesso usato per banchetti. A lungo ospitò sotto i suoi rami una piccola casa. Nel 1923 fu vittima di un incendio che bruciò parte del tronco principale; leggenda vuole che l’incendio fosse stato appiccato da alcuni abitanti di Giarre infastiditi dall’autonomia ottenuta da Sant’Alfio che da frazione diventò comune. Secondo altre voci popolari l’incendio si sviluppò durante un picnic.
La legenda sulla natura dell’incendio non è sicuramente la più interessante, ne esiste un’altra decisamente più piacevole. Si narra che la regina Giovanna I d’Aragona nei suoi viaggi verso Napoli spesso decideva di fermarsi in Sicilia per visitare l’Etna. La regina amava fare lunghe passeggiate a cavallo insieme ai suoi cavalieri e a tutta la nobiltà catanese. Durante una di queste passeggiate un temporale sorprese la spedizione e la regina con i suoi cento cavalieri si ripararono sotto il Castagno. Questa legenda è riportata dal pittore francese Jean Houel nel racconto di viaggio Voyage de la Sicile, de Malta e Lipari.
Qualche anno fa il programma televisivo Super Quark prelevò e analizzò il DNA del Castagno dei cento cavalli sostenendo che è il castagno con la più grande circonferenza al mondo. Dello stesso avviso sono gli autori del libro dei Guinnes che lo hanno definito l’albero più grande al mondo grazie ai suoi quasi cinquantotto metri di circonferenza misurati nel 1780. Oggi la circonferenza dei rami del castagno è di ventidue metri come l’altezza.
Insieme alla storia del Castagno dei cento cavalli, nella prossima puntata di Radio Luxembourg verrà raccontata anche la storia del Treno dell’amicizia, utilizzando tracce audio estratte dai cinegiornali dell’epoca. Le altre due storie saranno quelle di Stephen Wiltshire giovane artista inglese definito the human camera e di Blitzkrieg Bop dei Ramones.
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