In città da gennaio a metà marzo sono state aperte 295 tutele per migranti minorenni, mentre lo scorso anno sono state 350. Un fenomeno in espansione come ha rivelato il magistrato Alessia Sinatra, citando dati forniti dall'ufficio del giudice tutelare di Palermo. Lorefice: «Dietro migrazione precisa scelta Occidente»
Centinaia di minori stranieri non accompagnati «Nei primi tre mesi raggiunti numeri del 2015»
«In appena due mesi e mezzo nel solo territorio palermitano sono state 295 le tutele aperte per minori stranieri non accompagnati, cioè sbarcati senza genitori. A questo dato, che si riferisce a un intervallo di tempo che va dal primo gennaio di quest’anno fino a metà marzo, vanno aggiunte le oltre 350 tutele aperte nel 2015: queste cifre devono far riflettere su quanto drammatico e impegnativo sia il fenomeno della migrazione e quanti siano i bambini e gli adolescenti che abbiamo in carico nel solo territorio palermitano». Così il magistrato Alessia Sinatra ha raccontato alle centinaia di studenti presenti al cinema Rouge et noir di Palermo le sfide offerte dalle recenti migrazioni durante la conferenza del progetto educativo antimafia promossa dal centro studi Pio La Torre, citando dei dati a lei forniti .
All’incontro, dedicato ai flussi migratori, all’accoglienza e alla lotta al terrorismo internazionale, sono intervenuti anche Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e Maurizio Ambrosini, docente di sociologia dei processi migratori all’università degli studi di Milano, moderati da Vito Lo Monaco, presidente del centro. Il magistrato, che fa parte del pool della Direzione distrettuale antimafia di Palermo che si occupa di immigrazione, ha ricostruito le indagini seguite al naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa in cui sono morti 366 migranti e che ha portato alla prima sentenza di condanna contro il traffico di esseri umani con rito abbreviato. «È stato un risultato investigativo importante – ha aggiunto Sinatra – anche perché c’è stato il primo collaboratore di giustizia».
In quell’occasione, grazie a un complesso lavoro di intercettazioni e traduzione da diversi idiomi e dialetti stranieri, fu anche scoperta dagli inquirenti la rete dei trafficanti, cosi capillare da poter contare anche sulla «presenza di una cellula criminale ad Agrigento – ha detto il magistrato – una base del genere non può essere creata se non con la compiacenza delle organizzazioni criminali locali che vedono nel migrante una risorsa da sfruttare, dalla manodopera da impiegare nel lavoro nero al trafficante per lo spaccio di droga fino alla prostituzione delle donne, anche minorenni. Abbiamo bisogno di una politica dell’accoglienza e dell’integrazione, non possiamo non ammettere di essere ancora impreparati di fronte a questo, non basta la generosità del singolo o l’emotività del momento se non abbiamo centri di accoglienza o se questi sono solo serbatoi di merce umana. Questo è un vuoto mentale, prima ancora che normativo». Durante la conferenza è stata anche lanciata la proposta di «creare dei corridoi umanitari sicuri in aereo per colpire lo sfruttamento del crimine organizzato lungo le traversate via mare».
Duro il monito di monsignor Lorefice: «Dietro la migrazione c’è una scelta precisa dell’Occidente, che ora si scandalizza e sceglie la via della preclusione o dello sfruttamento», ha detto, ricordando il caso del Congo, tra i Paesi economicamente strategici per la presenza di un minerale, il Coltan, essenziale per la produzione di tablet, telefoni cellulari. «Noi abbiamo invaso il Sud del mondo e continuiamo a farlo – ha aggiunto l’arcivescovo di Palermo – Abbiamo dimenticato troppo presto che fino a ieri eravamo noi a chiedere di essere accolti. Noi conosciamo la gioia dell’essere accolti e il dolore dell’essere rifiutati».
«Gli immigrati? Sono il vaso di Pandora, fanno saltare il coperchio delle inquietudini moderne. In Italia provengono prevalentemente da paesi di tradizione cristiana, i musulmani presenti nel nostro Paese statisticamente sono meno di un terzo. Inoltre, l’86 per cento dei rifugiati viene accolto nei Paesi del cosiddetto terzo mondo, l’Unione europea ne accoglie meno del 10 per cento». A fornire questi dati è stato il docente Ambrosini che, attraverso le sue ricerche, ha sfatato il mito «dell’invasione straniera». «I paesi più coinvolti nell’accoglienza – ha aggiunto Ambrosini – sono Turchia con 1,59 milioni, Pakistan (1,51 milioni) e Libano (1,15milioni, forse 2). In rapporto al numero di abitanti, sul fronte dell’accoglienza il primo è il piccolo stato del Libano, con un rapporto di 232-300 migranti per 1000 abitanti, seguito dalla Giordania». Secondo i dati a disposizione del docente, «i numeri europei sono decisamente inferiori: la Germania accoglie 494mila tra rifugiati riconosciuti e richiedenti asilo, la Francia 310mila, la Svezia 226mila, l’Italia 140mila. Questo fa pensare molto sulla percezione e i pregiudizi sul fenomeno» conclude.