INVECE DI IMPRECARE CONTRO L’UNIVERSO MONDO, IL GOVERNATORE DELL’ISOLA FAREBBE BENE A RIFLETTERE SUGLI ERRORI CHE HA COMMESSO. E SUI VUOTI CHE HA LASCIATO NELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE. A COMINCIARE DALLE RETRIBUZIONI NON PAGATE AI DIPENDENTI. E AI 4 MILA LICENZIATI
Rosario Crocetta contro tutti? Sembra il titolo di un film d’azione, all’americana, dove i ‘buoni’ prevalgono sempre sui ‘cattivi’. Ed invece è il triste epilogo di una storia politica che ha catalizzato l’attenzione dei siciliani negli ultimi quattro mesi, paralizzando l’attività legislativa dell’Ars, il Governo e, in generale, la vita politica siciliana.
Si avvicina la votazione della mozione di censura contro l’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, e aumenta il nervosismo del presidente della Regione, Rosario Crocetta.
Questa volta il Governatore, come si legge dalle dichiarazioni rilasciate, ha alzato il tiro scagliandosi su politici ed enti formativi per lanciare chissà quali messaggi subliminali.
Per il presidente Crocetta, dal 2002 al 2012 ci sarebbe stata una vera e propria ‘mattanza’. Politici ed enti formativi che in combutta avrebbero quadruplicato gli occupati nel settore della Formazione professionale, passati da 3000 a 8000.
Quella del nostro Governatore è un vizietto duro a morire. Nell’intento di assurgere a ‘sceriffo’, inscena sempre la solita tiritera che leggiamo da due anni a questa parte: una clientela affaristica che ad ogni scadenza elettorale sfornava assunzioni a suon di milioni.
E’ la magistratura, di solito, ad accertare eventuali reati e non il presidente della Regione, al quale spetta il compito di governare e risolvere i problemi della Sicilia e dei siciliani. Ed è quello che in tanti rinfacciano al Governatore, che in due anni di governo si è distinto solamente per aver dato il via ai controlli a tappeto sugli enti formativi.
Nel frattempo, però, il settore è andato a rotoli. Da qualche mese il presidente Crocetta ha scelto di occuparsi direttamente della vicenda. All’inizio i lavoratori speravano che finalmente si potesse voltare pagina e risolvere alcune criticità, dialogando faccia a faccia con il Governatore della Sicilia.
Peccato che, ben presto, tutti si sono resi conto che il presidente Crocetta stava solo tessendo la tela per provare a salvare la poltrona all’assessore Scilabra, nel frattempo caduta in disgrazia e messa sott’accusa da lavoratori e sindacati.
Il dover difendere in tutti i modi la ‘pupilla’ ha spinto il Governatore Crocetta in un terreno scivoloso: quello delle assunzioni nella Formazione professionale. Pratica che sistematicamente ad ogni elezione si verifica. E volendo essere precisi neanche l’attuale inquilino di Palazzo d’Orleans sembra esserne esente, ameno indirettamente.
In tanti sono pronti a ricordare al nostro Governatore che alle elezioni regionali del 28 ottobre 2012 ha battuto il candidato avversario, Nello Musumeci, grazie all’apporto elettorale determinante di Francantonio Genovese e Franco Rinaldi nel collegio di Messina. Rinaldi, cognato di genovese, è risultato il candidato più votato in Sicilia in termini di consensi personali nel PD.
La cronaca giudiziaria, poi, ha fatto il resto, raccontando di come a Messina e provincia i citati esponenti del PD, determinanti per l’elezione al Governo della Sicilia di Rosario Crocetta, siano finiti sotto inchiesta per presunti reati nella gestione dei corsi di Formazione professionale.
Secondo tanti osservatori, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha perso una grande occasione per mettere acqua sul fuoco ed ammettere gli errori compiuti negli ultimi due anni e rimuovere l’assessore Scilabra che ha prodotto solamente danni ed amplificato l’emergenza di settore, sfociata nella ‘macelleria sociale’.
Le accuse generalizzate al mondo politico confermano lo stato di confusione che serpeggia a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione. Il presidente Crocetta si trova in bilico, almeno nel giudizio dei siciliani, come emerso da un recente sondaggio sul gradimento espresso dai siciliani.
Poi, come si sostiene da più parti, qualcuno dovrebbe spiegare al presidente Crocetta che le emergenze del settore non si risolvono con un disegno di legge, soprattutto quando – ed è proprio il caso del suo Governo – in Aula (cioè a Sala d’Ercole) non c’è una maggioranza pronto a sostenerlo.
Emergenze come quelle che riguardano gli stipendi pregressi non erogati ai lavoratori, i mancati rendiconti sui corsi già conclusi, il mancato avvio dei primi e terzi anni dell’Obbligo scolastico-formativo, la mancata strutturazione dei Servizi per il Lavoro e l’assenza della programmazione delle attività formative ed orientative per il periodo 2014/2020 si risolvono con un approccio diverso e con risposte concrete.
Per non parlare del flop-day che ha reso ridicola la Sicilia nella Penisola, creando inutili aspettative in decine di migliaia di giovani per un posto precario di lavoro attraverso il tirocinio semestrale.
Quello del presidente Crocetta e dell’assessore Scilabra è sempre più un Governo regionale che appare agli occhi di tanti osservatori inadeguato e privo di competenze per riformare il settore.
I danni – oggettivi – sono sotto gli occhi di tutti. Sono in 4000 i licenziati o sospesi che nel 2015 potrebbero diventare 8000. Il che significherebbe chiusura del sistema formativo regionale.
Per i risultati ottenuti sin qui, l’assessore Scilabra dovrebbe dimettersi, risparmiandosi una mozione di censura da parte del Parlamento siciliano.
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