C’è del marcio di Danimarca? Ma quando mai! Il marcio è in Italia. Leggere per credere

GUARDATE COME VIVONO IN QUESTO BELLISSIMO PAESE NORDICO. LEGGETE E FATE IL RAFFRONTO CON IL NOSTRO PAESE. PER CAPIRE CHE LA NOSTRA POLITICA FA VERAMENTE SCHIFO

“C’è del marcio di Danimarca?”. Ma quando mai! Il marcio è in Italia. Li si sta benissimo. Si vive alla grande. Forse ai tempi di William Shakespeare ci sarà stato qualche problema. Ma vi assicuriamo che le cose, oggi, da quelle parti, vanno alla grande. Amleto non c’è più. I matti siamo noi italiani.

Vi dimostriamo che quello che scriviamo è vero riportando una testimonianza che abbiamo trovato sulla rete. Raffrontandola con quanto avviene in Italia e in Sicilia.

“Non so per quale strano caso – leggiamo in questo racconto – me negli ultimi mesi diversi cari amici, hanno scelto di andare a vivere nel Nord Europa e nessuno si lamenta della nuova vita. Tra questi, le storie più incredibili le sento dagli amici che ora vivono in Danimarca”.

Sì, proprio in Danimarca. Un amico chiama un altro amico dalla Danimarca, Paese nel quale ha scelto di vivere. E gli domanda come procede la gravidanza della sua compagna in Italia.

“Fortunatamente procede tutto bene – gli risponde l’amico dall’Italia -. Ma in pochi mesi stiamo spendendo tantissimi soldi, tra visite specialistiche, ecografie, esami del sangue, e ancora deve nascere, figuriamoci quanto inciderà un figlio nel bilancio famigliare appena sarà nato… ora capisco quando le persone dicono c’è troppa crisi per permettersi un bambino”

“Non ci credo – replica l’amico che vive in Danimarca – qui è un mondo completamente diverso, non solo ogni esame medico è completamente gratuito, ma nel caso di gravidanza lo Stato ti sovvenziona, non paghi nulla, anzi… Per ogni bambino che nasce lo Stato dà dei contributi economici, e non solo le mamme prendono la maternità, ma contemporaneamente lo Stato fa prendere anche la paternità ai padri. C’è un altissimo rispetto per la famiglia, anche perché allo Stato, tutto torna… nei prossimi giorni, quando torno in Italia ti racconto il resto….”.

A questo punto l’amico italiano,incuriosito, fa una ricerca su come si vive in Danimarca. E scopre un sacco di cose.

“In DANIMARCA non si paga la tassa sulla prima casa. In DANIMARCA non esiste il sostituto di imposta, i lavoratori dipendenti percepiscono la paga lorda e compilano una dichiarazione dei redditi di 2 paginette senza commercialista, CAF e menate varie. In DANIMARCA ci sono -20 gradi d’inverno, ma nelle case ci sono 25 gradi perché il riscaldamento delle abitazioni si fa con le acque reflue delle fogne depurate, inviate nelle abitazioni sfruttando come fonte energetica il gas prodotto”.

“La spesa di una famiglia di 3 persone per scaldare un ambiente di 100 mq per un anno è di 150 euro. In DANIMARCA i ministri girano in bicicletta, così come la gran parte della popolazione, indipendentemente dalle condizioni climatiche. Se ti azzardi a comprare una macchina nuova ti bastonano di tasse, mentre se tieni la tua vecchia carretta (rinunciando a produrre CO2 per il ciclo produttivo di una nuova auto) hai agevolazioni fiscali. In DANIMARCA paghi le tasse per avere la pensione, ma se decidi di rinunciare ti ridanno i soldi con gli interessi. In DANIMARCA i crediti dello STATO verso i contribuenti sono liquidati per legge ENTRO 1 MESE, ma nessuna amministrazione si azzarda a superare i 15 giorni per una questione di efficienza”.

“In DANIMARCA un operaio guadagna l’equivalente NETTO di 2.500 euro e un direttore di banca non supera i 7.000 euro. NON E’ VERO CHE IN DANIMARCA LE TASSE SONO PIU’ ALTE CHE DA NOI, in quanto la pressione fiscale (che è esente da addizionali locali) è inferiore al 42% TUTTO COMPRESO”.

“Ambientarsi in un Paese nuovo può spaventare – gli racconta l’amico che vive in Danimarca – ma quando un Paese ha un alto livello di civiltà, diventa tutto molto più semplice e veloce. Corsi gratuiti di 3 anni della lingua danese per tutti. Ma qui il danese sembra quasi la seconda lingua, con l’inglese vai ovunque. La cosa che mi ha stupito di più di questo Paese è che qui si pagano tasse care, ma mai quanto in Italia e la cosa pazzesca è come il Paese fa vivere i propri cittadini”.

“Efficienza in ogni settore, il rispetto per l’ambiente, il rispetto per le classi sociali… Le case sono molto belle, prevalentemente basse, i grattacieli e i palazzoni sono una rarità, il clima in inverno è molto rigido, ma in estate è assolutamente mite. E in ogni stagione si gira tutti in bicicletta, sempre. Le città sono tutte a misura di bici e chi usa la macchina viene visto malissimo, sembra una pecora nera in un Paese di mosche bianche”.

“Chi vuole la macchina paga tasse pesantissime, questo perché lo Stato disincentiva traffico e smog. Le autostrade sono completamente gratuite, mentre da voi in Italia costano più del carburante che consumate per percorrerle. Posso continuare col raccontarti che voi pagate scuole e università, mentre qui è tutto gratis. Ma la cosa più bella rispetto a voi è che gli studenti in Danimarca percepiscono uno stipendio. Sì, perché lo Stato considera lo studio come un lavoro e quindi come tale va retribuito”.

A questo punto l’amico italiano inizia a “sudare” dalla rabbia. Ha cercato altre informazioni e ha scoperto altre cose. Per esempio, che uno studente universitario danese (o immigrato con residenza/cittadinanza) percepisce uno stipendio mensile minimo di circa 700€ (5.000 corone danesi) come “stipendio dello studente” pagato dal governo. E come se questo non bastasse, lo Stato danese continuerà a dare un aiuto economico nel caso in cui gli studenti nei 12 mesi successivi dalla laurea non trovassero lavoro.

“La vita costa un po’ più dell’Italia, nel senso che le case sono un po’ più costose della media italiana, ma non esistono poi tasse sugli immobili, e uno studente che percepisce dalla scuola minimo 700 euro se divide un affitto con altri studenti può comunque permettersi di non pesare più sulla propria famiglia”.

…e pensare che in Italia a volte 700 euro non è neanche la retta mensile per certe università o lo stipendio di molti lavoratori…

“Comunque – dice l’amico che vive in Danimarca – è vero che le case costano un po’ di più, come costa un po’ di più la vita se vai a prenderti un aperitivo con gli amici tutti i giorni, ma considera che un laureato, semplicemente con il suo primo lavoro percepisce quasi 4.000 euro al mese, NETTI”.

A quel punto, l’amico italiano, 36 anni, con una vita di lavoro alle spalle comincia a dubitare di tutto questo. “Impossibile – pensa – che possa esistere un Paese così. Un neolaureato al primo lavoro che percepisce 4.000 euro al mese netti? È impossibile”.

Ma l’amico che vice in Danimarca gli mostra la busta paga: 3.780 euro netto al mese a 24 anni per il suo primo lavoro.

“È vero che paghi un po’ di più una casa – gli dice – ma tu pensa che noi come coppia portiamo a casa 2 stipendi simili, anche se il nostro bellissimo bilocale, arredato e in centro costa 1.200 euro al mese, guadagnando comunque 7.000 euro in due ci rimangono ogni mese 5.800 euro e ti garantisco che ci viviamo benissimo. E poi vuoi sapere qual è la ciliegina sulla torta? Che qui non si lavora come muli o schiavi, qui si è molto tranquilli, sereni. Si inizia a lavorare mediamente alle 10 la mattina e alle 16 si esce dal lavoro. Questo è il nostro full time che ti fa prendere quasi 4.000 euro di stipendio. Il resto del tempo potrai passarlo con la tua famiglia e viverti la tua vita”.

“Considera – aggiunge – che comunque da queste parti nessuno guadagna meno di 2.500/2.700 euro al mese. La cosa che da italiano ti sembrerà strana è vedere milioni di biciclette, alcune costosissime, lasciate libere, senza catene, e nessuno ruba nulla. Nei primi tempi mi metteva in difficoltà vedere le donne che lasciavano borse e cellulari abbandonati sui tavoli o sulle sedie e tranquillamente dopo mezz’ora tornavano a riprenderle su quei tavoli abbandonati. Mai nessuno che osa fare un furto. In Italia sarebbe solo una questione di pochi secondi per subirlo”.

“C’è così tanta onestà in questo Paese, che le mamme con i bambini nei passeggini, quando vanno a fare shopping, entrano nei negozi, e lasciano i piccoli parcheggiati fuori. Con calma scelgono i capi, se li provano, li pagano ed escono fuori a riprendere i passeggini. Lo fanno per non far subire ai piccoli gli sbalzi termici in modo che si ammalano di meno”.

“No, non è mai sparito un bambino in Danimarca! In Italia quale madre avrebbe così tanta fiducia del prossimo? Un’altra caratteristica è la luce… d’estate le giornate sono piene di sole per moltissime ore al giorno, in inverno la luce è poca… teniamo le luci un po’ più accese di voi nei periodi freddi. Si dice che potrebbe essere questo a causare una percentuale discreta di suicidi nella popolazione, ma in realtà neanche l’Italia ne è esente. Anzi da quanto sento negli ultimi mesi forse, nei prossimi dati che verranno pubblicati, ci supererete quanto a suicidi. Proprio per diminuire questo problema il governo ha da poco stanziato un ‘piano ferie’ che aumenta mensilmente la possibilità ai dipendenti di farsi un viaggio nei Paesi caldi. Si arriva tranquillamente ad avere una settimana di ferie al mese (percependo sempre lo stesso stipendio). E il colmo è che la Danimarca è un Paese felice, dove tutto va benissimo, dove non manca nulla e anche gli autobus, che hanno un biglietto più costoso (circa 3 euro, ma utilizzabile contemporaneamente da 4 persone: 1 genitore e 3 figli), indicano la destinazione con uno simile e la scritta “Sorridenti fino alla meta”.

“Bene, ora raccontami, come va la tua vita in Italia?”.

 


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