Cda Gesap, cartello associazioni contro Todaro «Faccia passo indietro. Sua nomina non opportuna»

Dopo Confcommercio anche Confesercenti, Cidec, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Liberimpresa. Fanno cartello le associazioni del commercio e dell’artigianato di Palermo contro la nomina di Giuseppe Todaro nel Cda della Gesap, la società che gestisce l’aeroporto di Palermo. Contestano il metodo, non le qualità della persona, si affrettano a precisare. Consegnando, però, l’immagine di uno scontro fortissimo. L’imprenditore antiracket è stato indicato dalla Camera di commercio, commissariata da Palazzo d’Orleans dopo lo scandalo che ha travolto il suo presidente Roberto Helg, arrestato per aver intascato una mazzetta da 100mila euro. 

Dalla commissariata Provincia arrivano, invece, i nomi di Tommaso Dragotto e Giorgio Di Marco, con un passato alla Seus, la società di gestione dell’emergenza-urgenza 118. Entrambi uomini vicini al governatore Crocetta. Così in un solo colpo, attraverso gli enti commissariati, Palazzo d’Orleans, pur senza avere quote azionarie in Gesap, si trova ad avere potere decisionale dentro lo scalo palermitano. Una mossa che non è andata giù alle associazioni del commercio e dell’artigianato, che lunedì scorso hanno depositato le liste delle aziende loro associate e hanno deciso di “apparentarsi ” come prevede la legge per definire l’assegnazione dei seggi della prossima Cciaa. 

«La nostra non è una valutazione sulle persone, ma sul metodo» ha ribadito in conferenza stampa il presidente di Confcommercio, Patrizia Di Dio. Perché la Camera di commercio, proprietaria del 23% di quote di Gesap, viene «di fatto esautorata della sua rappresentanza». La via suggerita dalle associazioni era semplice: affidare le funzioni in seno al Cda di Gesap allo stesso commissario straordinario alla Camera di Commercio, Alessandra Di Liberto. Fino ad ottobre, quando la Camera sarà chiamata a porre fine al commissariamento e a ricostituire i propri organi.

«E questo per far sì – ha spiegato Di Dio – che, contestualmente alla scadenza del mandato del commissario, venisse meno anche il componente nel Cda in quota alla Camera di Commercio per poter consentire una successiva nomina da parte dei ricostituiti organi camerali». Una posizione non condivisa, però, proprio dal commissario Di Liberto, per la quale «lo statuto dell’ente non prevede che un commissario straordinario possa ricoprire un ruolo in seno a un qualsiasi Cda. La proposta delle associazioni di categoria – ha detto Di Liberto – che fossi io a ricoprire la carica nel Cda, non avrebbe comportato la mia decadenza alla scadenza del mandato commissariale. In pratica sarei rimasta in carica per tre anni».

Insomma uno scontro sul metodo e sulle ragioni di opportunità. Nulla a che vedere con le qualità umane e professionali di Todaro, che «ha fatto scelte forti di legalità» e che proprio per il suo profilo e la sensibilità che lo contraddistingue «sono certa rimetterà il mandato nelle mani dei futuri organi della Cciaa». Anche per dare la possibilità di «una eventuale riconferma convinta da parte dell’Ente a cui deve fare riferimento». E se Di Dio usa i toni della diplomazia, dal presidente di Confesercenti, Mario Attinasi, arriva l’invito esplicito. «Non ci ha convinto il metodo – ha detto –: riteniamo che la politica e Crocetta debbano fare un passo indietro. Occorre che la Camera torni centrale nella vita della città, ripartendo dalla condivisione e dalla trasparenza per dare dignità al mondo delle imprese».

Per Salvo Bivona della Cidec «la nomina di Todaro è avvenuta in un momento di crisi. È una figura di spessore, ma la sua scelta non è condivisa e pertanto deve trattarsi di una nomina a tempo». «Il rispetto della persona non può essere utilizzato come una foglia di fico per nascondere altro – ha attaccato Giovanni Felice di Liberaimpresa –. Non si discute il contesto morale, ma è chiaro che con il commissariamento a tempo record della Camera di Commercio la politica è entrata a gamba tesa per impossessarsi della Gesap. Todaro è rappresentante di una associazione (Confindustria, ndr) che sostiene il governo regionale e che dentro l’esecutivo ha un suo assessore (Linda Vancheri, ndr)». Di più. «Todaro non ha i requisiti professionali per stare in quel Cda».

Adesso la partita si gioca sulla modifica dell’articolo 21 dello statuto della Gesap, ovvero i requisiti dell’amministratore delegato. Oggi l’assemblea straordinaria dei soci sarà chiamata a valutare la richiesta avanzata da Provincia e Camera di commercio. Dal presidente del Consiglio comunale di Palermo, Totò Orlando, arriva un invito. «Mi auguro che l’Assemblea non solo bocci la modifica dello Statuto proposta, ma innalzi i livelli di competenza richiesti e verifichi eventuali casi di ineleggibilità, incompatibilità dei soci nominati, nonché i requisirti richiesti dalla legge e dallo Statuto stesso». Perché non si può «puntare al ribasso sulla scelta di una figura importante come l’amministratore delegato della Gesap», che deve apparire dopo gli ultimi fatti di cronaca una «società credibile e autorevole».


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Confcommercio anche Confesercenti, Cidec, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Liberimpresa contestano la scelta dell'imprenditore antiracket. In discussione il metodo che ha portato alla sua nomina, con l'indicazione del suo nome da parte della Camera di commercio commissariata dalla Regione. Di Dio (Confcommercio): «Cciaa esautorata della sua rappresentanza». Il presidente del Consiglio comunale: «No alla modifica dell'articolo 21 dello Statuto»

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