Catania, bomba a mano e munizioni della Seconda guerra mondiale in una grotta nel quartiere San Giovanni Galermo

Una bomba a mano della Seconda guerra mondiale, una vecchia pistola ealcune munizioni da guerra. Sono state ritrovate a Catania, in una grotta lavica nel quartiere San Giovanni Galermo, dopo una segnalazione del Centro speleologico etneo. Assieme alle munizione da guerra, alla pistola e all’ordigno – ancora perfettamente funzionante – la squadra artificieri della questura ha trovato un detonatore. La polizia ha messo in sicurezza la bomba e ha recuperato le munizioni, così da evitare rischi ed eventuali incidenti per speleologi e ricercatori impegnati in un’attività di ricerca scientifica. La nota della questura fa sapere che la grotta in questione si trova a circa 15 metri di profondità, è lunga circa 216 metri, si estende sotto molte abitazioni del quartiere catanese e costituisce un sito di indubbio interesse archeologico. Nei dintorni – rende noto la polizia – sono presenti altre cavità riadattate dall’essere umano per varie funzioni, come la Grotta della Chiesa e la Grotta Marano, «che fanno di questi luoghi un patrimonio naturalistico di particolare rilevanza storica e di interesse scientifico».

Per mettere in sicurezza l’area, gli specialisti della squadra artificieri – addestrati anche come manovratori di corde e in possesso di conoscenze tecniche avanzate – si sono calati all’interno della grotta e si sono introdotti dall’unico punto accessibile, ricadente in una proprietà privata. Grazie all’uso di un metal detector, i poliziotti – accompagnati dagli speleologi – hanno trovato le munizioni da guerra e la pistola, deteriorata dal tempo. Poco dopo si sono imbattuti in un detonatore e in una bomba a mano, ancora completa di spoletta e di gancio di sicurezza. Una volta risaliti in superficie, gli agenti della squadra artificieri hanno chiesto all’Autorità Giudiziaria – e ottenuto – l’autorizzazione all’immediata distruzione di quanto trovato, considerata la pericolosità dovuta alle condizioni precarie dei sistemi di sicurezza della bomba a mano. Successivamente si è proceduto con un intervento antisabotaggio, finalizzato alla messa in sicurezza, poi l’ordigno è stato trasportato dai poliziotti in una cava autorizzata, nella quale è stato fatto brillare.


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